Villardita, difensore di Veronica, tira in ballo il padre di Davide Stival

Villardita, difensore di Veronica, tira in ballo il padre di Davide Stival

RAGUSA – Possibili nuovi scenari si intravedono per il caso Loris. Secondo quanto riportato dal quotidiano online www.novetv.com, l’avvocato Villardita questa mattina avrebbe parlato di “nuove testimonianze importanti che sconfesserebbero la tesi di Andrea Stival“, nonno di Loris.

L’uomo, secondo queste testimonianze, il giorno dell’omicidio del nipote, non si sarebbe trovato in un supermercato ma nel negozio “Vanity and House” di fronte all’abitazione di Via Garibaldi dove Loris sarebbe stato ucciso. Andrea Stival sarebbe stato visto in forte stato confusionale.

Ma in realtà gli inquirenti hanno già chiarito la posizione di Andrea Stival. Le telecamere hanno difatti confermato che l’uomo quel giorno si trovava, come da lui stesso dichiarato, insieme alla compagna, nella bottega di fronte a casa Stival. Motivo per cui gli inquirenti hanno dato poca importanza a queste dichiarazioni.

Ma che ruolo aveva Andrea Stival nella vita della Panarello? I vicini di casa di Veronica hanno sempre dichiarato che Stival era molto presente nell’abitazione della nuora, talmente tanto da far pensare che non fosse il suocero, bensì il marito.

Sembra però che fosse proprio il figlio, Davide, sempre fuori per motivi lavorativi, a chiedere al padre di recarsi dalla moglie e dai nipotini per accertarsi che tutto andasse bene e che non avessero bisogno di nulla.

Non bisogna dimenticare inoltre che la famiglia Stival, sin dai primi giorni, aveva manifestato forti sospetti su Veronica. Il suocero, difatti, aveva confessato il suo pensiero alla stessa Veronica dicendole che ad uccidere Loris sarebbe potuto essere chiunque, perfino lei.

La risposta di Veronica, ai tempi, fu brutale e improvvisa. Scagliò addosso all’uomo una bottiglia di acqua e lo costrinse a lasciare l’abitazione.

Ma mentre fuori il mondo continua a partorire le sue verità vere o presunte, Veronica Panarello, da venerdì, si trova nell’ex ospedale psichiatrico giudiziario a Barcellona Pozzo di Gotto nel Messinese in cui rimarrà per circa 30 giorni per poi tornare ad Agrigento.

Si attende il 14 dicembre, data in cui è stata fissata l’udienza per la nomina dei consulenti che dovranno stabilire se la donna nel momento dell’omicidio e dell’occultamento era capace di intendere e di volere.