CATANIA – Si è parlato di Sicilia, di accoglienza, di cultura e del corretto concetto di integrazione; si è parlato del ruolo della Sicilia nel Mediterraneo e si è cercato di contestualizzare il delicato momento storico che viviamo; si è parlato di passato, di presente ma soprattutto di futuro: ecco in estrema sintesi l’incontro che si è tenuto oggi nello Spazio SAL di Catania.
Europa, Mediterraneo, Medio Oriente: le nuove sfide viste da Sud, è stato il titolo dell’incontro fortemente voluto dall’on. Giuseppe Berretta parlamentare nazionale del Partito Democratico, che ha organizzato questo momento di confronto. L’iniziativa catanese è stata voluta dal deputato etneo dei Democratici proprio nella prima della due giorni di mobilitazione nazionale “Italia, coraggio!”, con cui il PD nazionale sta organizzando iniziative e banchetti in mille piazze d’Italia per avviare un confronto aperto con i cittadini, per dire no alla paura e al terrore.
Un dibattito sentito che ha visto la partecipazione di numerosissime persone di tutte le età che hanno avvertito la necessità di incontrarsi per discutere e per confrontarsi. Si sono affrontati, senza ipocrisie e apertamente la questione del confronto tra Europa e Medioriente, i temi dell’integrazione e del dialogo, non potendo non partire dagli ultimi gravissimi atti di terrorismo vissuti dalla Francia a gennaio e il 13 novembre scorso.
All’iniziativa hanno preso parte, oltre al deputato etneo Berretta, l’Imam della moschea di Catania e presidente della Comunità islamica di Sicilia, Abdelhafid Kheit, Pinella Di Gregorio, docente di Storia Contemporanea presso il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università di Catania, il consigliere comunale del Pd Niccolò Notarbartolo ed Emiliano Abramo della Comunità di Sant’Egidio. Presenti tra il pubblico diversi amministratori locali, consiglieri comunali e il sindaco del comune di Sant’Agata Li Battiati Carmelo Galati.
“La Sicilia ha dimostrato di avere un ruolo centrale nell’accoglienza dei migranti, di grande responsabilità – afferma Giuseppe Berretta -. Ora la nostra Isola può e deve esercitare queste capacità in maniera compiuta, diventando protagonista dell’incontro tra culture e religioni, tra Europa e Medio Oriente, e dimostrando quindi di saper sfruttare le opportunità culturali ed economiche che possono derivare da questo ruolo“.
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“Gli attentati di Parigi, l’aereo esploso nel Sinai, la bomba a Bayrampasa – Istanbul, l’attacco in Mali hanno prodotto un radicale cambiamento nella percezione del mondo da parte di tutti e mostrano quanto sia complesso e tragico il fenomeno dell’Isis ma anche quanto sia spaventosa e fuorviante la generalizzazione del conflitto tra Occidente e Oriente” dice Niccolò Notarbarlo, consigliere comunale a Palazzo degli Elefanti.
Si è parlato di terrorismo, religioni, rapporto con chi migra, necessità di dialogo e dei fenomeni sociali che stanno dietro gli ultimi attentati terroristici. “Lo scorso anno migliaia di persone, soprattutto giovani, sono tornate in Iraq e di queste 1200 provenivano dalla Francia, quasi 3000 dal Caucaso, e moltissimi si erano appena convertiti all’Islam – ha detto Emiliano Abramo – chiaro quindi che dietro Isis, dietro gli attentati non c’è una matrice di estremismo religioso. Piuttosto, questi ragazzi indossano i panni dei musulmani estremisti soltanto per uscire dall’emarginazione in cui sono relegati“.
Un problema dunque storico ma anche sociale, come ha sottolineato anche Notarbartolo: “Viviamo in un mondo interconnesso, ma ci siamo dimenticati di unire i centri con le periferie, relegate ai margini – ha detto il consigliere Pd -. Gli attentatori di Parigi erano ragazzi cresciuti fianco a fianco con le loro vittime, ne hanno condiviso gli spazi e il tempo eppure appartenevano a mondi distanti tra loro, che culturalmente non si sono mai incontrati“.
Ma allora che ruolo può avere l’Italia, e la Sicilia, in questo contesto? “Il Mediterraneo è profondo, da un punto di vista storico ma anche per ciò che ha sempre rappresentato per l’Oriente e l’Occidente” ha detto l’Imam della moschea della Misericordia di piazza Cutelli a Catania. “Il Mediterraneo unisce o divide ma tradizioni, religioni e culture diverse possono arricchirsi in maniera reciproca“.
“Oggi abbiamo voluto dare vita a questo momento di dialogo per comprendere, informare e discutere con i cittadini - ha concluso Berretta -. È necessario oggi sempre di più abbattere i muri culturali e comprendere le istanze reciproche. Noi siciliani, noi catanesi, abbiamo dimostrato di saperlo fare e di saper farci carico delle difficoltà altrui. Vogliamo incoraggiare questi atteggiamenti di apertura e dialogo, tanto nel mondo cattolico quanto nel mondo islamico, perché questi diventino le posizioni maggioritarie contro ogni estremismo“.