Catania, animato confronto fra sindaci e Protezione Civile

Catania, animato confronto fra sindaci e Protezione Civile

CATANIA – Si è tenuto oggi, nel salone principale del Comune di Catania, un summit alla presenza del sindaco Enzo Bianco e dei sindaci appartenenti all’area metropolitana di Catania per vedere come affrontare le varie allerte meteo insieme al nuovo capo del dipartimento di Protezione Civile nazionale, Fabrizio Curcio.

Presenti all’incontro c’erano anche le varie cariche militari, tra cui il comandante provinciale dei Vigili del fuoco di Catania, Giuseppe Verme.

Tra gli argomenti trattati si è prestata particolare attenzione alla generale organizzazione dei Comuni durante l’allerta maltempo, soprattutto in merito alla chiusura preventiva delle scuole.

In questi ultimi mesi la Sicilia, infatti, si trova in una completa situazione di disagio e un esempio pratico sono la frana che è avvenuta a Valverde e la frana a Calatabiano, durante la quale è stato distrutto un tubo che collegava Messina all’acquedotto del Fiumefreddo, e la città dello stretto è rimasta senza acqua per settimane. 

Tra gli interventi più incisivi troviamo quello del sindaco di Pedara, Antonio Fallica, che comincia il suo discorso dicendo: “Siamo stati lasciati soli!”. 

Il sindaco Fallica ha sottolineato quanto sia importante effettuare un aggiornamento del piano della Protezione Civile visto che dalla prima allerta meteo nel Catanese sono passati una decina d’anni: “Condivido i parametri nel calcolare l’entità del rischio, ma bisogna definire quali siano i ‘parametri’ di intervento. Io in qualità di sindaco devo stare attento ai miei cittadini dando l’esatta comunicazione, cosa che non posso fare quando mi ritrovo un comunicato che dice: allerta meteo arancione tendente al rosso. Che vuol dire emergenza arancione tendente al rosso? Una volta che questa diventa rossa devo stare attento alle tonalità del colore come rosso fuoco ecc?“.

A questo intervento si ricollegano anche i sindaci di Valverde, Rosario Giuseppe D’Agata e il neo sindaco del comune di Mascali, Luigi Messina, che ha dichiarato: “Durante questo breve periodo del mio mandato ho ricevuto diversi messaggio con oggetto ‘Allerta meteo gialla’. Naturalmente ci si chiede cosa voglia dire e fondamentalmente come comportarci, in questo caso quando chiedo dei chiarimenti ai nostri uffici di Protezione Civile mi rispondono solo che dobbiamo essere pronti a tutto. In questo periodo la nostra Protezione Civile lavora con un organizzazione quasi del tutto improvvisata, come avviene anche nel comune di Calatabiano. Oltre questo c’è da sottolineare la mancanza di fondi generali, ad esempio io non ho il denaro necessario per pulire le spiagge. In tutto ciò ci sono anche i vigili del fuoco che hanno realmente bisogno di aiuto. Se la Protezione Civile di Catania ha bisogno dell’aiuto di noi sindaci che lo dica! Io sono qui pronto a collaborare”

Dello stesso parere è anche il sindaco di Viagrande, Francesco Leonardi, che ha aggiunto che il suo Comune fa già uso di un’applicazione per smartphone per raggiungere più facilmente i concittadini, sottolineando che si necessita lo stesso di comunicati più dettagliati in modo tale da decidere con il dovuto criterio la chiusura preventiva delle scuole e di provvedere, il prima possibile, a rendere più sicuri gli edifici scolastici.

Anche il sindaco di Acireale, Roberto Barbagallo, durante il suo intervento si è soffermato su questo stesso punto, aggiungendo l’impossibilità di continuare con questo genere di interventi tampone e che bisogna provvedere quanto prima a risolvere i problemi a monte, motivo per cui servono i giusti fondi. 

La rabbia è quello che ha accomunato ogni sindaco presente oggi al summit, in quanto i primi cittadini si ritrovano ad affrontare emergenze senza un piano di Protezione Civile ben strutturato come dichiarato anche dal sindaco di Castelmola, Antonio Orlando Russo. 

Secondo il sindaco Russo bisognerebbe investire meglio i fondi monetari sulla Protezione Civile, che oggi ha l’effettivo compito di risolvere il danno: “Tra i vari problemi da risolvere c’è anche quello del contrasto fra gli enti, spesso in disaccordo sugli interventi da effettuare. Noi adesso stiamo affrontando una grande difficoltà logistica creata dal torrente Santa Venera che impedisce ai residenti di raggiungere le proprie case”.

Successivamente il sindaco di Vizzini, Marco Aurelio Sinatra, ricollegandosi a quanto detto dal sindaco di Castelmola, ha dichiarato che secondo lui gli organi comunali dovrebbero prontamente essere preparati da chi di dovere sulle varie situazioni di emergenza, che siano allerte meteo o di altro genere: “Abbiamo bisogno che il sistema di tutela della Protezione Civile venga aggiornato e migliorato, rivedendo anche le risorse umane a disposizione”.

Durante la fase conclusiva del summit è intervenuto Fabrizio Curcio che ha dichiarato: “Il sistema di allerta mento italiano è uno tra i più evoluti al mondo: le previsioni di protezione civile sono la valutazione dell’impatto che un fenomeno meteo previsto potrebbe avere sul territorio. Non è che automaticamente se c’è una criticità rossa bisogna chiudere la scuola X o l’ufficio pubblico Y, perché se questi edifici sono posti in una zona idraulicamente sicura, senza versanti in frana incombenti, se esistono piani di emergenza, se la viabilità circostante è sicura, perché si deve chiudere? Senza voler giocare al rimpallo di responsabilità che non serve a nessuno, io oggi sono qui per dire: mettiamo in fila e vediamo quali sono i problemi pratici per i sindaci, creiamo, insieme alle Regioni, un sistema virtuoso per supportarli nel momento in cui devono pianificare e prendere  delle decisioni, consapevoli del fatto che esiste poi sempre una responsabilità dell’amministrazione comunale sulle azioni da porre in essere, ma anche dei cittadini. Cercheremo comunque di venire incontro alle vostre esigenze, ma la vostra presenza qui oggi è già un primo passo per una collaborazione costruttiva“.