Gioeni, Arcidiacono risponde: “Non avete coraggio”

Gioeni, Arcidiacono risponde: “Non avete coraggio”

CATANIA – Dopo il tressette col morto che ha intavolato il sindaco Enzo Bianco arriva la reazione di chi è stato tirato in ballo senza nemmeno essere invitato al tavolo da gioco. Pur non essendoci il numero 47 in mezzo sarebbe il caso di dire “morto che parla” visto che Sebastiano Arcidiacono, consigliere e vice presidente vicario del civico consesso etneo, non ha mai avuto difficoltà ad esternare il proprio pensiero in merito alla vicenda del Tondo Gioeni.

Ciò che contesta Arcidiacono non è il merito della vicenda, ma il metodo adottato.

Quello che è successo ieri a Palazzo degli Elefanti fa emergere un’amministrazione che, a seguito di una decisione intrapresa, non riesce a reggere gli attacchi delle opposizioni e della città e per sparigliare le carte sbatte sul tavolo presunti assi nella manica.

Si parla della nota dell’allora assessore Arcidiacono sulla possibilità, visti gli esigui finanziamenti per il consolidamento, di procedere all’abbattimento del ponte. La nota, presentata dal vicesindaco Marco Consoli con l’assenza dei tre principali protagonisti dell’affaire ponte (Bianco, Bosco e D’Agata) ha fatto parecchio discutere.

La maggioranza ha puntato il dito contro l’amministrazione Stancanelli e sono stati coinvolti due uomini politici comunque legati a quel periodo, come per l’appunto Arcidiacono e Consoli. In un comunicato inviato alla stampa il vicepresidente del consiglio comunale non ha nascosto una punta di vis polemica sull’opportunità di presentare la sua nota come atto a difesa dell’amministrazione Bianco.

arcidiacono

Sebastiano Arcidiacono

“Non entro nel merito sull’opportunità di esibire pubblicamente un atto endoprocedimentaleha spiegato – o la scelta di fare una conferenza stampa fondata su una mia nota senza invitarmi né informarmi. Colgo, invece, l’occasione per rivendicare pienamente la paternità delle considerazioni contenuti nella medesima nota, quali propedeutiche a un piano di interventi in cui la rimozione del ponte avrebbe dovuto essere solo la conclusione“.

“Non spetta a me giudicare se questo sia stato fatto o meno e non ho alcuna intenzione di entrare nella polemica politica che non interessa ai cittadiniprosegue Arcidiaconotuttavia mi appare insensato e politicamente fragile, per chi ha responsabilità di governo, non avere il coraggio di rivendicare una scelta fatta o, peggio ancora, utilizzare proposte e suggerimenti di altri soggetti per supportare le proprie decisioni”.