Fincantieri: i sindacati spaccati su cassa intergrazione

Fincantieri: i sindacati spaccati su cassa intergrazione

PALERMO – È previsto in mattinata un incontro, tra i lavoratori di Fincantieri e l’azienda stessa, sulla richiesta di avviare la cassa integrazione nello stabilimento palermitano a partire dalla prossima settimana. All’incontro saranno presenti i sindacati metalmeccanici di Cisl, Uil, Fiom e Cigl che però si trovano spaccati su questa spina questione

A schierarsi a favori della “cig” ci sono  Cisl e Uil che affermano: “Non siamo soddisfatti in nessun caso dell’avvio della cig che l’azienda avrebbe comunque applicato unilateralmente ma responsabilmente, e supportati dal voto di ieri in fabbrica, abbiamo scelto di firmare l’accordo che dovrebbe essere concluso sabato mattina, per consentire alle Rsu di tutelare al meglio i lavoratori in questo passaggio. Una fase necessaria, secondo l’azienda, per via della carenza delle commesse legata allo stato infrastrutturale del cantiere. Fincantieri prevede una ripresa delle attività per il secondo semestre del 2016 ma per il rilancio dello stabilimento sarà fondamentale realizzare il bacino da 80 mila tonnellate. Un progetto sul quale non possiamo tollerare ulteriori ritardi”.

Di tutt’altra opinione restano invece i sindacati Fiom e Cgil affermando: “No alla cassa integrazione, sì al lavoro come negli altri cantieri”, “Non vogliamo l’elemosina ma lavoro sicuro”.

Questi sono alcuni degli slogan scanditi al megafono durante le proteste dei giorni scorsi, da parte dei lavoratori che hanno in gran parte esaurito gli ammortizzatori sociali come i dipendenti della cooperativa “la Spavesiana” e i pittori della cooperativa “i Picchettini”.

“A queste imprese in emergenza – spiega Francesco Foti, segreteria Fiom Cgil Palermo – si aggiunge la fine delle attività per tutti i saldatori, i carpentieri, le imprese di pulizia e gli addetti alla mensa. Da domani 700 lavoratori sono fermi e senza un reddito”.