Caso osteoporosi, precisazioni dell’Ordine dei Medici di Catania

Caso osteoporosi, precisazioni dell’Ordine dei Medici di Catania

CATANIA – La nuova missiva datata 6.10.2015 inviata a tutti i MMG dell’ASP di Catania coinvolti nella presunta inappropriatezza prescrittiva per i farmaci per l’ osteoporosi negli anni 2010-2013, a firma del Direttore Generale dott. G. Giammanco e del direttore sanitario dott. Franco Luca, mi costringe a dover nuovamente intervenire su quella che è stata definita da molti organi di stampa come “l’affaire osteoporosi”.

Nel prendere atto, con soddisfazione, che Direttore Generale e Direttore Sanitario, riferendosi finalmente integralmente alla nota 79 dell’AIFA, comunicano che a seguito dell’incrocio dei dati in loro possesso si è avuto un dimezzamento (sic!) dell’importo del presunto danno erariale contestato inizialmente e che tale dato è stato poi ulteriormente ridotto (sic!) a seguito dell’incrocio di altri dati con le SDO (Schede di dimissione ospedaliera), relative a fratture della colonna vertebrale e agli arti inferiori, mi corre l’obbligo di esternare alcune importanti considerazioni.

Va innanzitutto evidenziato che, come in più occasioni ribadito, gli elementi forniti al Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catania, che poi sono sfociati nella nota prot. n. 598933/14 del 12.11.2014, erano quantomeno incompleti e tale incompletezza ha portato a dati finali palesemente errati con conseguente ingiusta criminalizzazione della quasi totalità dei MMG di Catania accusati tanto di inappropriatezza quanto di iperprescrizione con grave pregiudizio all’immagine degli stessi e dell’intera categoria. Tale situazione ha prodotto uno stato di ingiustificato allarme capace di incidere non solo sulla serenità lavorativa del medico ma anche nel rapporto fiduciario con il paziente minandolo nelle sue fondamenta.

Nella missiva il direttore generale ed il direttore sanitario ammettono poi che “sono già trascorsi i tempi massimi previsti dalla Legge (180 gg) per la contestazione collegata al procedimento disciplinare” ma invece di affermare, di conseguenza, che tutto il procedimento amministrativo è quindi irricevibile e nulla può essere più contestato ai medici e che invece la responsabilità (anche eventualmente del danno erariale) è tutta dei funzionari ASP per omessa vigilanza, si lasciano andare a considerazioni francamente offensive nei riguardi dell’Ordine dei Medici quando affermano che “nè questa ASP nè altri potranno implementare eventuali procedimenti disciplinari a carico del MMG“. Tale affermazione destituita di qualsiasi fondamento, per tutto quello che non attiene all’ASP, non tiene in alcun conto né di quella che è la normativa in vigore in relazione ai procedimenti disciplinari relativi ai medici (rectius vademecum sui procedimenti disciplinari) né del fatto che né il Direttore Generale né il Direttore Sanitario dell’ASP hanno alcuna competenza in materia!! La competenza in ordine all’instaurarsi di un eventuale procedimento disciplinare è in ragione dell’art. 3 lett. F D.L.G C.P.S. 13 settembre 1946 n. 233 e successive modifiche esclusivamente del Consiglio Direttivo di ciascun ordine che esercita il potere disciplinare nei confronti dei propri iscritti.

Altra importante considerazione va fatta poi relativamente al problema privacy, laddove i due direttori affermano ancora che “eventuali riscontri a terzi avverrà non con dati sanitari ma con dati amministrativo contabili” facendo immaginare che il Garante della Privacy ha avallato tutta tale irrituale procedura mentre a nostro avviso è esattamente il contrario. È chiaro invece che nessun dato sanitario può essere presentato dai medici a varie commissioni all’uopo designate (sulla cui legittimità poi ci sarebbe ulteriormente da discutere) e che i dati amministrativo contabili cui fanno riferimento possono risolvere semmai problemi di iperprescrizione e sicuramente non di inappropriatezza come nel caso in questione.

Tutto questo dovevo per fare chiarezza in questa vicenda che offende tutto il mondo medico e l’intera nostra comunità che ricordiamo è stata l’unica coinvolta ed infamata nonostante l’indagine abbia riguardato tutte le province siciliane anche quelle dove i dati prescrittivi erano notevolmente maggiori e dove si è tutto risolto affermando sempre la correttezza professionale e l’onore dei medici di famiglia.

Il Presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Catania prof. Massimo Buscema