Frana sull’A18 la Procura di Messina ha aperto un’inchiesta

Frana sull’A18 la Procura di Messina ha aperto un’inchiesta

MESSINA La frana sull’A18 all’altezza di Letojanni continua a far discutere. Dopo il rimbalzo di responsabilità che hanno caratterizzato le pagine di cronaca dei giorni scorsi, la Protezione Civile, tramite un comunicato stampa, interviene spiegando quali siano i suoi ruoli e competenzeNon è compito del DRPC Sicilia il monitoraggio delle frane e dei corsi d’acqua e tale azione, qualora possano essere coinvolte infrastrutture, è ricompresa tra quelle di competenza dei titolari del bene inerenti la gestione e manutenzione, al fine di garantirne la corretta fruizione in sicurezza – si legge nel comunicato -. I compiti istituzionalmente affidati al DRPC Sicilia attengono esclusivamente ad interventi non strutturali espletati attraverso emanazione di avvisi, atti di indirizzo, linee guida e attivazione delle componenti del Sistema regionale mirati ad assicurare un efficiente, efficace e tempestivo intervento in caso di calamità. Il Dipartimento, inoltre, interviene, quando richiesto, in applicazione del principio costituzionale di sussidiarietà, ovvero per affiancare l’attività delle Amministrazioni preposte in ordinario alla tutela del territorio. L’individuazione delle criticità territoriali, la loro inclusione tra gli scenari di rischio nei piani comunali di protezione civile, nonché gli interventi di mitigazione del rischio non rientrano, quindi, tra le competenze di cui è titolare. Il DRPC Sicilia, a seguito di eventi meteo avversi previsti, informa sulle possibili criticità idrauliche e idrogeologiche. Conseguentemente i titolari della tutela del territorio, ricevuta l’informazione, devono attivarsi per la verifica degli scenari di rischio attesi e dell’osservanza delle correlate procedure a tutela della pubblica e privata incolumità“.  

il fronte della frana

il fronte della frana

Ma cos’è una frana? Lo abbiamo chiesto al prof. Carlo Cassaniti, docente di Normativa Geologica all’Università di Catania. “Una frana è il movimento di una massa di terreno che scivola lungo un versante inclinato a causa di abbondanti precipitazioni o per l’azione erosiva dei fiumi lungo le valli“.

L’uomo però che ruolo ha nell’evento franoso?

Spesso le frane, che sono dei fenomeni naturali, vengono innescate dalla realizzazione di opere antropiche che disequilibrano il versante rendendolo instabile. Se aggiungiamo il fatto, ormai scientificamente accertato, che il clima sta evolvendo verso eventi meteorici estremi di tipo tropicale con quantità di pioggia che rispetto al passato è aumentata nell’unità di tempo, ci si rende conto di quanto è vulnerabile il nostro sistema territorio. Tale disordine o situazione di squilibrio che l’acqua produce nel suolo e nel sottosuolo viene definito dissesto idrogeologico.

Sul perché in Sicilia il problema del dissesto sia così pesante il prof. Cassaniti ci spiega come “la Sicilia si conferma maglia nera del dissesto idrogeologico. Sulle cause e dinamiche della frana di ieri notte indaga la Procura della Repubblica di Messina, ma è sempre più evidente come le infrastrutture autostradali siciliane non godano di buona salute e ancora più chiara è la quasi assenza di monitoraggio di queste opere che sono state spesso realizzate in aree caratterizzate da note problematiche di dissesto idrogeologico o ancora peggio tale dissesto è stato innescato proprio dalla realizzazione delle stesse opere stradali. Dal dopoguerra in Italia ogni anno si sono spesi una media di 5 miliardi di euro per i danni materiali causati da eventi naturali, dei quali 1.2 miliardi sono direttamente ascrivibili al dissesto idrogeologico. E questo senza considerare la perdita in vite umane. Malgrado ciò, si continuano a pianificare nuove urbanizzazione in aree non idonee, secondo l’ultimo rapporto di Legambiente infatti sono 186 i Comuni in cui si è edificato in aree a rischio nell’ultimo decennio, nel 79% dei casi si tratta di abitazioni, nel 17% di interi quartieri. E peggio ancora: meno del 5% dei Comuni con zone abitate a rischio ha iniziato delocalizzazioni. Manca ancora quella cultura della prevenzione che possa permetterci ii superare questo continuo stato di emergenza che costa almeno 10 volte in più rispetto ad un’ordinaria gestione del rischio. Il governo nazionale ha istituito un’unità di missione contro il dissesto idrogeologico denominata Italia Sicura, che prevede 7100 interventi in tutta Italia, per un totale di 21 miliardi di euro, di cui, per il momento, disponibili poco più di due. Ma per garantire una efficace azione di protezione dei cittadini e del territorio, con la conseguente riduzione delle attività emergenziali bisogna trasformare queste risorse impegnate in opere strutturali. Ci vorrà del tempo e noi geologi sappiamo che la prossima frana o alluvione accadrà presto, molto presto“.

in giallo l’area di distacco della terra; in rosso l’area della autostrada invasa da terra e massi

in giallo l’area di distacco della terra; in rosso l’area della autostrada invasa da terra e massi

La Procura di Messina ha aperto un’inchiesta contro ignoti per crollo colposo. Questa dunque l’ipotesi di reato. L’inchiesta è coordinata dal procuratore aggiunto Vincenzo Barbaro. La Procura ha aperto un fascicolo disponendo l’acquisizione di fotografie dell’intera area interessata alla frana ed altri documenti per cercare di avere un quadro completo della situazione e chiarire i motivi che hanno portato allo scivolamento di una parte della collina.