Tutti pazzi per Bridget Jones e il capitolo finale della saga più amata

Tutti pazzi per Bridget Jones e il capitolo finale della saga più amata

ITALIA – Impossibile non amare Bridget Jones, la trentenne londinese ora cinquantenne che in “Bridget Jones un amore di ragazzo” si ritrova vedova del suo Mark (Colin Firth) costretta a fare i conti con la maternità, la solitudine e la difficoltà di andare avanti senza amore.

Il personaggio di Bridget, nato il 28 febbraio del 1995 nella rubrica fissa sul quotidiano britannico The Independent dalla penna di Helen Fielding, da ben 25 anni dal suo esordio sul grande schermo è diventata l’antieroina più amata di tutti i tempi che con le sue catastrofi sentimentali, i suoi eterni pasticci e le storie più che ingarbugliate che la rendono umana, fragile e allo stesso tempo forte e per questo non irraggiungibile ma vicina a noi come se fosse l’immagine speculare della donna di oggi.

Bridget Jones un amore di ragazzo” diretto da Micheal Morris, al cinema dal 27 febbraio, non è la solita minestra riscaldata a cui, di solito, i sequel sono destinati ma un film che funziona, convince, diverte e commuove allo stesso tempo.

Tra dissacrante ironia e dolore Renèe Zellweger è perfetta, con le sue rughe da donna matura e le sue intramontabili facce buffe, nel dare vita e forma alle nevrosi dei nostri giorni con autentica veridicità.

Quest’ultimo capitolo della saga Bridget Jones, anche se in realtà si spera sempre che non sia l’ultimo, racconta com’è diventata quella ragazza che finalmente aveva trovato l’amore e costruito una famiglia accanto all’uomo che amava e come si siano concretizzati i suoi sogni e le sue ambizioni.

Tanti gli argomenti trattati come la perdita e il dolore e la reazione ad essi dopo 4 anni di depressione ma anche la passione per il proprio lavoro, l’amore per un toy boy (Leo Woodall) che la salva e la riporta nella vita di tutti i giorni fino all’approdo sicuro tra le braccia del serio e razionale professore col fischietto (Chiwetel Ejiofor).

La morte di Mark Darcy è celebrata e dona al film grande commozione e coinvolgimento come merita.

Un applauso speciale va sicuramente a Hugh Grant, l’impenitente don Giovanni oggi babysitter dei piccoli Darcy con le sue battute esilaranti, e ad Emma Thompson la ginecologa consigliera che la sprona ad andare avanti.

Bridget Jones ha vinto, sempre, ed in particolare in quest’ultimo film bello quanto il primo, perchè dà voce alle donne “normali” ed è inevitabile che sin dalla fine della proiezione manchi già.