AGRIGENTO – Dovevano comparire ieri davanti al giudice di Agrigento, gli imputati del processo per il maxi-traffico di cocaina scoperto nel luglio del 2023. All’epoca un’operazione della Guardia di Finanza portò al sequestro di un peschereccio con 5,3 tonnellate di cocaina nelle acque siciliane. Tuttavia, l’udienza è stata rinviata a causa di un incredibile contrattempo: il pulmino che trasportava i detenuti dal carcere Pagliarelli ha avuto un guasto lungo la Palermo-Agrigento. Interrotto, così, il viaggio verso il Tribunale. Un secondo mezzo è stato inviato per recuperare i detenuti, ma anch’esso ha subìto lo stesso destino, fermandosi prima di raggiungere il Tribunale.
Il processo per maxi-traffico di cocaina salta
A causa dell’imprevisto, il processo non ha potuto avere luogo. Il pubblico ministero giunto da Palermo, dodici avvocati arrivati dalla Calabria e due interpreti provenienti dal capoluogo siciliano sono stati costretti a tornare indietro. Senza ovviamente aver potuto svolgere alcuna attività processuale.
Il traffico di droga e il maxi-sequestro da 1,5 miliardi di euro
L’inchiesta, risalente a due anni fa, partì da un’operazione di sorveglianza aerea condotta da un ATR 72 della Guardia di Finanza nel Canale di Sicilia. L’aereo rilevò l’avvicinamento del peschereccio Ferdinando D’Aragona, partito dalla Calabria, a un cargo battente bandiera della Repubblica di Palau, il Plutus. Quest’ultimo, fermo ai limiti delle acque territoriali, aveva accatastato sul ponte diversi pacchi di droga, poi gettati in mare affinché il peschereccio italiano, con il sistema di localizzazione AIS disattivato, potesse recuperarli.
Quando le forze dell’ordine intervennero, scoprirono che il carico era composto da cocaina per un valore complessivo di circa 1,5 miliardi di euro. Uno dei sequestri più ingenti mai effettuati in Italia.
Le condanne in abbreviato
Diversi membri degli equipaggi sono già stati condannati con rito abbreviato. Il comandante del Plutus, il russo Viktor Dyachenko, e il comandante del Ferdinando D’Aragona, Vincenzo Catalano, originario di Bagnara Calabra, hanno ricevuto una condanna a 16 anni di reclusione. Tre membri dell’equipaggio sono stati anch’essi condannati: il tunisino Kamel Thamlaoui, 53 anni, ha ricevuto una pena di 14 anni, mentre l’albanese Elvis Lleshaj e il tunisino Samj Mejri, 48 anni, sono stati condannati a 12 anni ciascuno.
Oltre alle pene detentive, il Tribunale ha disposto anche pesanti sanzioni economiche: 100mila euro di multa per i due comandanti e 80mila euro per i membri dell’equipaggio.
Intanto, il processo per gli altri imputati – di nazionalità russa, tunisina, azera, italiana e ucraina – resta in attesa di una nuova data. Sperando che il prossimo trasporto dei detenuti non subisca altri intoppi.