La truffa violenta del falso “maresciallo dei Carabinieri”: arrestato un giovane a Catania

La truffa violenta del falso “maresciallo dei Carabinieri”: arrestato un giovane a Catania

CATANIA – Avrebbe tentato un raggiro con la tecnica del falso “maresciallo dei Carabinieri”: una telefonata indirizzata a un’anziana donna, informandola falsamente che sua figlia era rimasta coinvolta in un grave incidente stradale. Alla vittima veniva richiesto il pagamento di una somma di denaro o la consegna di gioielli in oro come presunto risarcimento per evitare l’arresto della figlia.

Dopo la telefonata, un giovane, presentandosi come appartenente all’Arma dei Carabinieri, si è recato nell’abitazione dell’anziana per ritirare il denaro e i preziosi.

La truffa violenta del falso “maresciallo dei Carabinieri”

L’azione criminale si è evoluta in modo violento: inizialmente, la vittima, spaventata e ingannata, ha consegnato una borsa contenente gioielli per un valore di circa 20.000 euro. L’arrivo improvviso della figlia ha cambiato il corso degli eventi. Accortasi della presenza dello sconosciuto, ha tentato di fermarlo, provocando la sua reazione violenta. Nel tentativo di fuggire, l’uomo ha spintonato entrambe. Ha causato la frattura del femore all’anziana e una frattura scomposta a un dito alla figlia.

 

Le indagini, coordinate dalla Procura e condotte dalla Sezione Contrasto al Crimine Diffuso della Squadra Mobile, si sono basate sull’analisi delle immagini di videosorveglianza della zona. Ciò ha permesso di identificare l’indagato come presunto autore dei fatti. Inoltre, durante una perquisizione nella sua abitazione, sono stati rinvenuti indumenti compatibili con quelli indossati il giorno del reato.

L’arresto del giovanissimo truffatore

Così su delega della Procura Distrettuale della Repubblica etnea, il 1° marzo 2025, la Polizia di Stato di Catania ha eseguito un’ordinanza di applicazione di misura cautelare personale, emessa dal G.I.P. del Tribunale locale. Nel mirino: A.G.M. di 24 anni.

Secondo l’impostazione accusatoria accolta dal G.I.P., sulla base degli elementi indiziari attualmente disponibili e in una fase processuale che non ha ancora consentito il contraddittorio davanti al giudice, l’indagato – fermo restando il principio di presunzione di innocenza fino a condanna definitiva – è accusato di rapina aggravata e lesioni personali aggravate, reati commessi in concorso con un’altra persona ancora ignota.

L’ordinanza cautelare si fonda su un’indagine avviata in seguito a un episodio avvenuto nel pomeriggio del 24 gennaio 2025.

A seguito della richiesta del Pubblico Ministero, il G.I.P. ha disposto nei confronti dell’indagato la misura cautelare degli arresti domiciliari. Aggiunto monitoraggio tramite braccialetto elettronico.