SICILIA – Tra strade distrutte, scuole chiuse e tanti disagi, forse qualcosa, un minimo, si è salvata in queste turbolenti settimane di piogge in Sicilia.
Le precipitazioni abbondanti hanno infatti avuto un impatto positivo sulle riserve idriche dell’isola, migliorando le condizioni di fiumi, laghi e terreni agricoli messi a dura prova da mesi di siccità e scarse precipitazioni.
Le recenti piogge alleviano la crisi idrica in Sicilia
A evidenziarlo sono gli esperti del Servizio Informativo Agrometeorologico Siciliano (Sias), che stanno monitorando costantemente l’evoluzione della situazione. Secondo i tecnici, febbraio è stato caratterizzato da perturbazioni distribuite in modo equilibrato, permettendo così un accumulo di pioggia superiore alla media stagionale.
Questa tendenza ha permesso di attenuare il deficit idrico che ha colpito in particolare le province centrali e meridionali della regione nel 2024.
Precipitazioni superiori alla media
I dati raccolti indicano che la quantità media di pioggia caduta nel mese scorso si aggira intorno ai 106 mm, con una frequenza media di 10 giorni di pioggia, un valore superiore alla media registrata tra il 2003 e il 2022.
Tra le località che hanno registrato il maggior numero di giornate piovose spicca Pedara (Catania), con 16 giorni di precipitazioni. Al contrario, le stazioni meteorologiche di Acate (Ragusa) e Torregrotta (Messina) hanno riportato il minor numero di giorni di pioggia, con solo sei eventi registrati. Complessivamente, l’accumulo di pioggia mensile a livello regionale è stato di 23 mm superiore alla norma.
Il dato più rilevante riguarda Messina, che ha registrato il picco più alto di pioggia in un solo giorno, con ben 119,2 mm di precipitazioni. Questo incremento è un’ottima notizia per l’approvvigionamento idrico della regione, soprattutto in vista dell’estate, quando l’acqua diventa una risorsa essenziale per l’agricoltura e per la sopravvivenza di flora e fauna.
Attenzione ai rischi idrogeologici
Sebbene l’aumento delle piogge sia un segnale incoraggiante, non va sottovalutato il rischio di eventi estremi come frane e alluvioni, fenomeni che possono verificarsi in seguito a precipitazioni intense su terreni fragili resi tali dalla lunga siccità.
Inoltre, accumulare risorse idriche non è sufficiente per mettere definitivamente fine al problema della scarsità d’acqua: è necessaria una strategia di gestione efficace e lungimirante.
La richiesta di interventi sulle infrastrutture idriche
Le associazioni ambientaliste sottolineano da tempo l’importanza di adottare misure concrete per evitare che la Sicilia si trovi nuovamente ad affrontare estati segnate da incendi devastanti e carenza idrica. Una delle principali criticità è rappresentata dalle perdite nelle reti di distribuzione dell’acqua, che compromettono l’efficienza del sistema idrico regionale. Per questo motivo, gli attivisti chiedono alla giunta regionale guidata dal presidente Renato Schifani di intervenire con la riparazione delle condutture che portano l’acqua dalle dighe ai centri abitati.
Il piano della Regione: cinque nuovi dissalatori
Sul fronte delle soluzioni, il governo regionale punta su un’importante opera infrastrutturale per contrastare la crisi idrica.
“La nostra risposta concreta alla siccità è la realizzazione di cinque nuovi dissalatori, fondamentali per garantire l’approvvigionamento idrico e affrontare con determinazione i cambiamenti climatici. Questo progetto non è solo un intervento infrastrutturale, ma un segnale concreto di impegno e responsabilità verso il futuro della nostra terra”, ha dichiarato il presidente Renato Schifani.
L’investimento complessivo ammonta a 290 milioni di euro, provenienti da fondi pubblici e privati, e punta a garantire un rifornimento d’acqua più stabile per la popolazione siciliana, riducendo la dipendenza dalle precipitazioni stagionali.