ITALIA – Un tempo c’erano il bar sotto casa, il gruppetto di amici al parco e la radio accesa la domenica pomeriggio per ascoltare la partita della propria squadra del cuore. Il calcio, prima dei social network, si viveva così, tra strette di mano e sguardi complici o sfottò accesi con l’amico del cuore.
Oggi basta accendere lo smartphone per entrare in una “curva virtuale”, quella dei social, grande quanto il mondo intero: migliaia di tifosi commentano, discutono, insultano o esultano insieme su Facebook, X (Twitter), Instagram, TikTok. Ma cosa è cambiato davvero? In che modo i social network hanno trasformato il modo di vivere e raccontare il calcio?
Vediamo insieme alcuni aspetti dei social, che hanno rivoluzionato questo sport.
Il calcio ai tempi dei Social Network
Con l’arrivo dei social network, il calcio è uscito dai bar ed è entrato nei feed di milioni di persone. Facebook, Twitter (oggi X), Instagram, TikTok hanno aperto una nuova arena: quella virtuale dei social.
I tifosi oggi non devono più aspettare il lunedì mattina per commentare la partita del weekend. Basta un tweet o una storia Instagram per dire la propria opinione in tempo reale, magari durante i 90 minuti di gioco. Nascono così community digitali, gruppi di tifosi che si scambiano pareri da ogni parte d’Italia e del mondo, superando le barriere geografiche.
Ma non solo: i calciatori stessi, gli allenatori e le società si affacciano direttamente su queste piattaforme, creando un rapporto (almeno in apparenza) più diretto e umano con i tifosi. Se prima si aspettava la conferenza stampa, oggi basta una storia su Instagram per sapere cosa pensa un giocatore dopo una sconfitta.
Insomma, quello che appare evidente è il concetto di immediatezza che si ha nel vivere ed entrare dentro il mondo del calcio, dove ormai sembra quasi che il tifoso medio viva la partita più online che dal vivo. Infatti, TikTok e Instagram sono ricchi di meme, parodie, contenuti ironici o polemici su ogni singolo episodio del match, rendendo virale ogni singolo momento, che possa essere un gol, un errore o un’esultanza.
L’interazione social tra club e tifosi
Un aspetto chiave è l’interazione diretta tra club e tifosi, che avviene tramite risposte ai commenti o sondaggi, aumentando il senso di appartenenza alla squadra.
A proposito dei sondaggi, sono soprattutto questi ad incrementare il coinvolgimento dei tifosi con il club.
Possiamo osservare nel dettaglio l’esempio del Catania Football Club, che dopo il fallimento della precedente società nel dicembre del 2021, si è rimesso in gioco con una nuova società ricominciando da zero. E proprio nel luglio del 2022, grazie all’ausilio della piattaforme social Facebook, ha creato un sondaggio per far scegliere ai tifosi il nuovo importante Logo del club del Catania, un gesto che tutta la tifoseria ha apprezzato e che ha fatto nascere subito un forte legame di appartenenza tra club e tifosi.

Sondaggio Facebook Catania FC
Come possiamo notare dall’immagine, il sondaggio ha ricevuto più di 6mila commenti, in cui i tifosi hanno espresso la loro preferenza.
Se rapportiamo questo risultato al valore di questo club, che milita in una modesta terza serie del campionato professionistico italiano, ci renderemo conto del grande risultato ottenuto in termini di “engagement” e di quanto i social siano stati d’aiuto per un club di un blasone inferiore rispetto ai più grandi del calcio italiano.
Infatti, per club di minor blasone, i social possono rappresentare una concreta opportunità per aumentare la visibilità del marchio e per generare anche nuove opportunità commerciali attraverso sponsorizzazioni e merchandising.
I pro e i contro del “Calcio Social”
Insomma, abbiamo appurato come i social network abbiano dato una nuova modalità di vivere questo sport, offrendo anche alcuni spunti validi ed interessanti anche per i tifosi, che dunque possono rimanere aggiornati con molta più frequenza sulla loro squadra del cuore, potendo anche interagire tra di loro, rompendo le barriere della distanza che li separa. Ma anche per i club, come l’esempio del Catania, i social sembrano essere dunque l’arma in più dal punto di vista della visibilità del club e del marchio. Ma è dunque tutto rose e fiori?
Probabilmente la risposta è no, come ogni cosa infatti, ha sia dei pro che dei contro, allora è giusto anche guardare ed analizzare l’altra lato della medaglia.
Il primo contro è senza dubbio la violenza verbale: oggi i calciatori, allenatori e dirigenti sono bersaglio diretto di insulti, minacce e offese che arrivano senza filtri, spesso nascosti dietro l’anonimato di un profilo falso. Un rigore sbagliato, una sconfitta pesante, una scelta tecnica contestata: tutto può trasformarsi in un’ondata di odio digitale.
Calciatori giovani, magari alla prima esperienza in una grande squadra, si ritrovano sommersi da messaggi carichi di rabbia e violenza, con possibili ripercussioni psicologiche che vanno ben oltre il campo.
Infine, un altro fenomeno pericoloso riguarda quello delle fake news, dove sui social basta che un profilo con migliaia di follower lanci una voce, magari su un presunto litigio nello spogliatoio o su un infortunio mai confermato, perché questa venga rilanciata ovunque, scatenando allarmi e accuse, alimentando un clima tossico e confuso.
La sfida del futuro
Dunque, alla fine, il calcio sui social è lo specchio di una società che continua ad evolversi, dove la passione per il pallone si mescola con le dinamiche, spesso estreme, della rete.
Se da un lato ha aperto nuove strade di condivisione e partecipazione, dall’altro ha dato spazio a un clima esasperato, in cui l’insulto è più veloce della riflessione.
Resta allora una domanda aperta: è possibile immaginare un tifo social che mantenga la passione autentica del calcio, senza trasformarsi in un’arena di odio? Forse la sfida del futuro, per tifosi e club, sarà proprio questa: trovare un equilibrio tra il calore dello stadio e il freddo schermo di uno smartphone, per restituire al calcio quel senso di comunità che, oggi più che mai, rischia di perdersi.