Trasferimenti forzati per i lavoratori Conforama al Nord: la CISAL Terziario Catania insorge

Trasferimenti forzati per i lavoratori Conforama al Nord: la CISAL Terziario Catania insorge

CATANIA – La vicenda dei trasferimenti dei lavoratori Conforama continua a far discutere. Da settimane, la nota azienda ha disposto spostamenti che la CISAL Terziario di Catania definisce “a dir poco curiosi”. I trasferimenti riguardano in particolare i dipendenti dei punti vendita di Riposto (CT) e Melilli (SR), con un impatto significativo su lavoratrici part-time con stipendi di 800-900 euro al mese.

Secondo le nuove disposizioni aziendali, questi lavoratori dovrebbero trasferirsi in sedi situate al Nord Italia, vicino al confine, rendendo di fatto impossibile per molti di loro mantenere il posto di lavoro senza stravolgere completamente le proprie vite.

Trasferimenti forzati per i lavoratori Conforama al Nord

“È una doccia fredda per le lavoratrici e le loro famiglie, nel totale silenzio delle istituzioni e degli altri sindacati”, denunciano Emiliano Scorciapino e Andrea Zappalà, della Segreteria CISAL Terziario di Catania. “Sembra chiaro che questi trasferimenti non siano dettati da vere esigenze organizzative, ma piuttosto da un tentativo dell’azienda di eludere le normative sui licenziamenti collettivi, spingendo le lavoratrici a dimettersi per giusta causa perché impossibilitate a trasferirsi”.

Scorciapino rincara la dose: “È intollerabile. Non è stato seguito alcun criterio oggettivo o soggettivo nella scelta dei trasferimenti: niente preavviso, nessun dialogo, solo un aut aut per le lavoratrici, molte delle quali con figli minori”.

La CISAL Terziario Catania insorge

Zappalà sottolinea come si sarebbero potute trovare soluzioni alternative senza ricorrere a misure così drastiche: “Si potevano valutare incentivi all’esodo, contratti di solidarietà difensiva o di prossimità. Noi siamo pronti al confronto per fermare questa carneficina. Abbiamo già impugnato i primi trasferimenti e, se l’azienda non cambierà rotta, siamo pronti a una battaglia legale per tutelare i diritti dei lavoratori”.