PALERMO – Sbucano esiti negativi dagli accertamenti delegati dalla Procura di Palermo dopo la pubblicazione, da parte di un settimanale, della notizia della morte in una clinica privata di Calì, in Colombia, del boss Giovanni Motisi, latitante da ben 27 anni.
Smentita la morte del boss Giovanni Motisi
Nelle scorse settimane, gli agenti hanno sentito il fotoreporter autore dell’articolo che ha riferito di aver ricevuto l’indiscrezione della morte del padrino da un conoscente. L’uomo avrebbe anche indicato la clinica in cui il boss, ammalato a suo dire di tumore al pancreas, sarebbe stato ricoverato.
Dichiarazioni non confermate dalle indagini dello Sco e della polizia locale. Ancora a piede libero il sicario di Totò Riina che deve scontare una condanna all’ergastolo per l’omicidio del vice capo della Mobile di Palermo Ninni Cassarà, trucidato a colpi di kalashnikov il 6 agosto del 1985 insieme all’agente Roberto Antiochia mentre rientrava a casa.
Gli episodi dei primi anni duemila
Le ultime notizie di Montisi in Sicilia risalgono a quasi 20 anni fa, nel 2007, quando i carabinieri fecero irruzione in una villa a Casteldaccia, vicino Palermo, scoprendo che nel ’99 il boss aveva festeggiato lì il compleanno della figlia. Vennero trovate delle foto in cui, per evitare che si arrivasse alla casa, alcuni lenzuoli erano stati stesi sui mobili.
La moglie del boss chiese ai vertici del “mandamento” di potersi rifare una vita. Nel 2002 il padrino sarebbe stato costretto a cedere la guida del clan di Pagliarelli al legittimo capo, Antonino Rotolo a cui nel frattempo era stata concessa la detenzione domiciliare.