CATANIA – Proprio stamani, alle prime luci dell’alba, il busto reliquario di Sant’Agata riabbraccia la sua amata città dopo circa sei mesi dalle festività estive.
Oggi, 4 febbraio, inizia il giro esterno. La processione esterna, per i catanesi, è la più importante. Viene considerata più rilevante rispetto a quella del giro interno, perchè tocca tanti luoghi importanti della città di Catania.
Oltre a questo, è doveroso ricordare che il giro esterno è una processione che ha la bellezza di circa 800 anni di storia. Invece, il giro interno, è nato successivamente alle richieste degli abitanti del quartiere del Borgo.
Il giro esterno
Il giro inizia con l’uscita della Santa dalla cattedrale che si affaccia su piazza Duomo. Subito dopo, passa da un altro punto storico della città: porta Uzeda.
Subito dopo, la processione continua superando gli archi della marina per giungere in piazza Cutelli, dove ci saranno i bambini dell’istituto Cutelli che ogni anno omaggiano la santa patrona cantando più volte il suo inno.
Dopo, imbocca via Vittorio Emanuele per raggiungere piazza dei martiri, che omaggerà la santa con dei fuochi. Solitamente la processione arriva lì per le ore 12 circa, infatti, i fuochi non sono ben visibili.
Il lungo giro continua dirigendosi nella famosa via Umberto, percorrendola quasi del tutto, per poi svoltare per una piccola viuzza che porterà il fercolo in piazza Carlo Alberto, conosciuta dai catanesi come “A fera o luni”, “A potta iaci”.
Dopo aver incontrato la comunità dei carmelitani e la confraternita di San Gaetano alle Grotte, i devoti si preparano alla Salita dei cappuccini.
I luoghi del martirio
La salita dei cappuccini, qualche decennio fa si faceva con passo molto veloce, ma in seguito a diversi incidenti, si fa a passo d‘uomo.
Dopo aver attraversato la salita, si raggiungono tre luoghi molto importanti: la chiesa di Sant‘Agata alla fornace, che ricorda i luoghi nel quale Agata fu martirizzata, il santo carcere e la chiesa di Sant‘Agata la vetere; che fu il luogo in cui venne sepolto il corpo di Agata per un periodo di tempo e anche prima la Cattedrale di Catania.
Dopo la messa all’interno della chiesa, inizia la lunga notte di preghiera e festeggiamenti. Infatti la santa passerà nei quartieri più storici e antichi della città: I cappuccini, il fortino e San Cristoforo alle sciare.
Considerate che Sant’Agata arriva al fortino verso le cinque di mattina, infatti saranno proprio i fuochi d’artificio che risveglieranno Catania, con l’intento di ricordare che il giro è quasi al termine.
Verso la fine, percorre tutta via Plebiscito, incontrando diverse comunità parrocchiali, come; la confraternita dei frati cappuccini, la confraternita di San Giovanni, I salesiani della Salette e la piccola comunità dei santi Angeli custodi.
Il giro esterno si conclude con la tipica “Calata della marina” alla pescheria e con il rientro della santa patrona in Cattedrale. L’orario varia di anno in anno, a volte fra le 7/8 del mattino, altre volte fra le 10/11.
Tradizioni
Ancora oggi ci sono delle tradizioni che non si perdono. Tra queste c’è quella legata ai dolci.
I dolci tipici di Sant’Agata sono le olivette e le minnuzze.
Le olivette sono generalmente composte da pasta di mandorla e colorante alimentare verde, ma il significato che c’è dietro è molto più significativo.
Infatti, alcune narrazioni dicono che vicino la finestra del santo carcere ci i fosse un olivastro di cui Agata si cibava. Un’altra narrazione dice che mentre Agata scappava dai romani, un olivastro comparve all’improvviso per potersi nascondere.
Si dice che il dolce a forma di seno, che riprodurrebbe l’effige di quello fecondo di Iside in veste di dea madre. Secondo altri studiosi, come la storica del cibo Mary Taylor Simeti, il dolce rimanda ad antichi dessert a forma di seno, tipici stavolta dell’antica Grecia, e individuati in quelli preparati in occasione della festa della Tesmoforia, quando i greci preparavano torte di forma anatomica con i seni fatti di sesamo e miele in onore di Demetra, dea del raccolto.
La festa di Agata, una ricorrenza essenziale per i catanesi
Tante sono le tradizioni e i principi che con il tempo la festa di Sant’Agata ha perso, ma solo una è la cosa che non si è persa, la vera fede di ALCUNI devoti che hanno sin da piccoli nei confronti della santa patrona.
A cura di Michael Militello