Ponte sullo Stretto, entro febbraio il progetto definitivo. Resta questione “faglie”

Ponte sullo Stretto, entro febbraio il progetto definitivo. Resta questione “faglie”

SICILIA – “Il ponte si può fare. Manca il progetto esecutivo“, mentre quello definitivo arriverà entro febbraio. Ad affermarlo è l’AD di Webuild, Pietro Salini, intervistato a Restart su Rai 2, che si esprime in merito alla questione del Ponte sullo Stretto.

Questione Ponte sullo Stretto

Le competenze tecniche ci sono. Le persone sono pronte, è una scelta essenzialmente politica“, prosegue Salini. “Tutti i ponti – spiega – si fanno in un’area sismica (vedi Giappone). La faglia attiva non c’è. Il progetto definitivo non è stato fatto adesso. Adesso sono state fatte delle revisioni“.

Il commento del progettista

L’affermazione secondo cui “il posizionamento delle fondazioni della torre lato Calabria su sistemi di faglie attive non è supportato da alcuna evidenza scientifica“, riportata nei giorni scorsi da Stretto di Messina, sarebbe “in totale contraddizione” con quanto indicato nel progetto del ponte, secondo Mario De Miranda, ingegnere e progettista di ponti e strutture.

De Miranda spiega all’ANSA che nel “disegno di progetto n. PB_0010” è chiaramente indicata la presenza di una faglia sotto il pilone lato Calabria, definita “certa“. Inoltre, nel disegno n. AMW_3010, la stessa faglia è qualificata come “attiva” e l’area in cui ricadono sia la faglia sia la fondazione del pilone è esplicitamente descritta come “area di faglie attive“. Pertanto, conclude l’ingegnere, “la stessa Eurolink dichiara il posizionamento del pilone proprio sopra la faglia Cannitello, una scelta altamente imprudente e contraria alle linee guida della Protezione Civile“.

Per quanto riguarda le “prospezioni geosismiche” che effettuate dai ricercatori dell’INGV, De Miranda sottolinea che “né nella documentazione di progetto né in quella di risposta in ambito VIA-VAS vi è alcuna evidenza di tali indagini“. Secondo l’ingegnere, queste prospezioni “sono generalmente effettuate per individuare la presenza di faglie geologiche. Se non sono state incluse nei documenti di fattibilità dell’opera, si deve ritenere che non siano mai state eseguite“.

De Miranda esprime dubbi anche sul computo metrico del 2011, aggiornato nel 2023 e utilizzato per stimare il costo dell’opera a 13,5 miliardi di euro. A suo dire, “l’aggiornamento del computo metrico non è stato incluso nei documenti di progetto, rendendo impossibile qualsiasi verifica sulla sua correttezza o sulla sua effettiva esistenza“.

La situazione ai cavi portanti

Infine, in merito ai cavi portanti, Stretto di Messina ha dichiarato che le “prove di fatica da sfregamento” servirebbero solo a definire dettagli progettuali e non a verificarne la tenuta. Tuttavia, De Miranda contesta questa affermazione, sostenendo che “non corrisponde al vero“. Egli spiega che “le prove ‘a fatica’ vengono sempre effettuate per verificare la resistenza della fune dopo l’indebolimento causato dallo sfregamento e dai ripetuti cicli di carico, dovuti al continuo passaggio dei treni“. Questo principio, secondo l’ingegnere, vale anche in caso di modifica della sella di alloggiamento dei cavi, poiché i due fattori critici restano invariati: “Lo sfregamento dei fili contro la sella e l’elevato numero di cicli di carico“.