Verso la festa di Sant’Agata, la storia della processione

Verso la festa di Sant’Agata, la storia della processione

CATANIA – La storia della festa della Santa patrona, vediamo come si è modificata dalle prime descrizioni ad oggi.

La storia di Agata in breve

Per chi non la conoscesse, Agata è stata una giovane martire del 254 d.C., martirizzata durante le persecuzioni sotto l’imperatore Decio.

I tentativi di seduzione da parte del proconsole non ebbero alcun risultato e l’uomo, furioso, imbastì un processo contro di lei. Interrogata e torturata Agata era inamovibile nella sua fede e devozione. Per questo Quinziano, al colmo del furore, le fece anche strappare i seni con enormi tenaglie. La giovane, dopo una visione, fu guarita. Fu ordinato allora che venisse bruciata, ma un forte terremoto evitò l’esecuzione. Il proconsole fece togliere Agata dalla brace e la fece riportare agonizzante in cella, dove morì qualche ora dopo.

È venerata come Santa, vergine e martire della chiesa cattolica, ortodossa e anglicana, che ne onorano la memoria il 5 febbraio.

È patrona della città di Catania, della repubblica di San Marino e dell’isola di Malta.

La storia della festa

La festa di Sant’Agata fu istituita nel 1200, per diversi secoli Catania ha festeggiato tre ricorrenze in onore della Patrona: l’anniversario del martirio, il 5 febbraio; la traslazione delle reliquie da Costantinopoli il 17 agosto; il patrocinio per la cessazione della peste del 1576, il 17 giugno.

La più antica descrizione dei festeggiamenti risale al “cerimoniale” di Don Alvaro Paternò, del 1522. La festa principale si svolgeva tra il 1° e il 12 febbraio.

Il 1° febbraio una messa solenne in Cattedrale dava inizio ai festeggiamenti. Il 3 febbraio era segnato dalla processione per l’offerta della cera che partiva dalla chiesa di Sant’Agata la Vetere: vi partecipavano tutte le autorità e le classi sociali. Erano circa una trentina i ceri votivi delle corporazioni di arti e mestieri.

Il 4 febbraio si svolgeva l’unica processione con le reliquie della Santa facendo il giro esterno delle mura della città per evitare le strette strade medievali inadatte alla folla. Il busto reliquiario e la cassa con le reliquie erano trasportate sul fercolo sotto la vigilanza delle autorità ecclesiastiche e civili, portato a spalla da 180 devoti tutti appartenenti alle classi medio alte catanesi. I devoti, erano avvolti soltanto da una tovaglia attorno al bacino, e andavano a piedi scalzi. Dalla seconda metà del Seicento, cominciarono ad indossare l’attuale “sacco”.

Il 5 febbraio la festa si svolgeva soltanto dentro la Cattedrale, con l’esposizione delle reliquie e la Messa solenne presieduta dal vescovo.

Per tutta l’ottava si teneva l’esposizione delle reliquie. Il 12 febbraio nuovo rito solenne e processione del busto reliquiario all’interno della Cattedrale.

I festeggiamenti estivi

La festa del 17 agosto, prima era solo una celebrazione liturgica, fu affiancata poi da festeggiamenti esterni e di più giorni.

All’esposizione del busto reliquiario in Cattedrale e alla Messa solenne, dopo i Vespri seguiva una processione delle reliquie dentro il duomo e nelle vie adiacenti. L’eruzione dell’Etna del 1669, con la lava che giunse fino in città, e il terremoto del 1693, che distrusse Catania, determinarono cambiamenti anche nel programma della festa. I festeggiamenti furono sospesi per circa un ventennio; il percorso processionale fu ridisegnato dentro le mura cittadine, valorizzando piazze e nuove strade.

E il 4 febbraio il percorso della processione si allungò fino alla stazione centrale e a piazza Palestro. Dal 1846, il 5 si iniziò ad aggiungere la seconda processione delle reliquie con il fercolo per toccare i 6 monasteri femminili di clausura. Dopo la seconda guerra mondiale la processione venne prolungata fino al Borgo.

 

I festeggiamenti al giorno d’oggi

L’attesa per la grande festa patronale cresce sempre di più, mancano ormai solo dieci giorni all’inizio dei festeggiamenti Agatini 2025.

Quando si parla della festa di Sant’Agata è sempre bello ricordare che per quanto sia piccola Catania mettendola a confronto con le altre città e feste locali, i festeggiamenti in onore di Sant’Agata si posizionano al terzo posto in tutto il mondo per partecipazione di turisti, pensate che si parla di circa un milione di turisti che vengono da tutte le parti del mondo per venire a vedere la festa sotto tutti gli aspetti.

I pre-festeggiamenti iniziano il 20 gennaio, il giorno di San Sebastiano. Con l’uscita del cereo macellai e del simulacro si da l’inizio ad un vero e proprio intenso periodo di festeggiamenti in tutto il centro della città ma anche nella provincia.

Le strade si popolano di illuminarie, candelore, processioni e di bancarelle ricche di dolciumi, una tradizione che si tramanda da famiglia in famiglia e che esiste da diversi secoli.

La città si colora di diversi colori, come il rosso dei drappi che svolazzano sui balconi, ma anche di un’insieme di luci che illuminano le strade della processione.

Nel tempo diverse cose si sono modificate, basti pensare che col tempo la durata della processione si è allungata di parecchie ore, che diverse tradizioni sono andate perse o si sono modificate nel tempo. Ma una cosa è rimasta la stessa nei secoli, l’amore dei catanesi che provano nei confronti della propria Santa patrona, della propria Agata.

Articolo a cura di Michael Militello