CATANIA – Uno spettacolo che arriva al cuore, accarezzandolo con nostalgica dolcezza, riportando alla luce, le note, i sentimenti e le passioni raccontate dalla canzone d’autore tra il 1918 e 1940 è il coinvolgente atto unico “Parlami d’amuri. ‘Na storia antica“.
Sul palco del Brancati con la sua straordinaria ed innata bravura Mario Incudine, accompagnato al pianoforte e alla fisarmonica dall’ottimo Antonio Vasta, accompagna il pubblico in uno speciale viaggio fatto di poesia, ricordi e aneddoti che fanno parte del bagaglio umano e culturale di ognuno di noi, dove è facile riconoscere i ragionamenti e gli atteggiamenti tipicamente siciliani anche durante la veglia funebre e commuoversi al suono di “Balocchi e profumi” di Luciano Tajoli o “Signorinella pallida” di Achille Togliani dove immediatamente appare il volto e la voce delle nostre nonne durante un pomeriggio d’estate.
L’amabile testo di Costanza DiQuattro e l’acuta regia di Pino Strabioli, per una produzione Teatro della Città con Asc Production Teatro Donnafugata, sono un magico connubio di emozioni e ricordi, che scavano tra le pieghe più recondite dell’anima descrivendo con pennellate sicure l’Italia di quel tempo che da “Giovinezza” di mussoliniana memoria si ritrovò a cantare e combattere al suono di “Bella ciao” che sembrano uscire da quella grossa radio disegnata su una lavagna al centro del palcoscenico come simulacro di quella che stava nel salotto di ogni casa italiana usata come megafono di distrazione di massa dal governo di regime.
Si parla di guerra, di fascismo e di “spartiti dello stivale” che da nord a sud raccontano il bel Paese infiammando il pubblico in sala al suono di “Firenze sogna”, “Tanto pe’ cantà” e “Vitti na crozza” raccontando quel tempo del ricordo sulle note di “Parlami d’amore” di Vittorio De Sica ma anche con l’incanto dei bambini e la consapevolezza dei vecchi.
“Parlami d’amuri” è uno spettacolo non solo per nostalgici che rivedono la loro gioventù messa in scena sul palcoscenico ma anche per quei ragazzi oggi quarantenni che rivedono le storie dei nonni e come l’autrice del pregevole testo e lo stesso Incudine aspettavano le 16 per vedere “bim bum bam” incontrare Lady Oscar, Mila e Shiro o Sailor Monn per ritrovare così se stessi e la bellezza di quello che si era un tempo.