MONDO – Sarà un altro Natale, il terzo, coperto dall’eclissi di bombe, dolore e gelida neve riscaldata dal sangue. Un altro Natale di guerra, quella in Ucraina, iniziata con l’invasione russa nel 2022 e di cui forse c’eravamo dimenticati, perché dopo un po’ si sa, le guerre annoiano e passano di moda.
Ma qual è la situazione attuale? Continuate a leggere per tutti i dettagli di un conflitto “ormai noioso”.
Un altro Natale sotto le bombe: la situazione sulla guerra in Ucraina
Sono quasi 13mila i decessi di civili registrati in Ucraina dal febbraio 2022, data in cui l’inferno ha avuto inizio. Il 42% dei quali sono vittime di armi a lungo raggio. A dichiararlo è il sottosegretario generale dell’Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari del disarmo (Unoda) Izumi Nakamitsu, durante la riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite degli scorsi giorni. I feriti civili totali, ha aggiunto Nakamitsu, intervenuto ieri durante la riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, sono almeno 27.836.
L’Onu ha inoltre rilevato che nel 2024 le sole bombe aeree hanno causato un numero di vittime maggiore rispetto all’anno precedente, uccidendo almeno 341 civili e ferendone altri 1.803 tra il primo gennaio e il 30 novembre, secondo i dati della Missione di monitoraggio dei diritti umani delle Nazioni Unite in Ucraina: cifra in aumento di tre volte rispetto al 2023.
Il progresso russo
E sembra non fermarsi più la guerra in Ucraina, con l’avanzata russa, vicina ad occupare Pokrovsk, Kurakhove, Chasiv Yar e soprattutto rafforzata dai 430mila soldati in più che hanno firmato con le forze armate nel 2024.
A crescere è anche la produzione di armi e l’andamento pauroso con il quale progrediscono i militari di Putin: 30 km2 al giorno, sotto il cielo stellato di missili e droni programmati per distruggere in particolare le infrastrutture energetiche.
La guerra tecnologica
Proprio le infrastrutture elettriche sono state la vittima per antonomasia nelle ultime settimane, con una paralisi digitale che il vice primo ministro ucraino Olha Stefanishyna ha definito come il “più grande attacco informatico esterno degli ultimi tempi”.
Nascite, decessi, matrimoni, proprietà e altre informazioni vitali dei cittadini: tutto sospeso e danneggiato dagli attacchi russi e che per un ripristino completo, è stato stimato, saranno necessarie almeno due settimane.
“Per il terzo anno consecutivo, il nostro settore energetico è stato un bersaglio per la Russia, e questo nemico cerca sempre le opzioni più vili per colpire“, ha denunciato il presidente Volodymyr Zelenskyy. La guerra si sta combattendo da tre anni anche sul fronte “cyber“, con attacchi, da una parte e dall’altra, mirati a gelare l’istituzione “nemica” dall’interno. Tra i più eclatanti, quello al gestore di telefonia mobile ucraino Kyivstar nel dicembre 2023 e la serie di blitz ai ministeri russi nel giugno scorso.
Le proposte di pace per fermare la guerra in Ucraina
Una serie di punti, sette per l’esattezza, quelli esposti dal presidente ucraino, Volodymyr Zelensky: “Primo: chiarezza geopolitica per l’Ucraina e l’Europa, invitando l’Ucraina ad aderire alla Nato“.
Secondo: chiari progressi nell’adesione dell’Ucraina all’Ue“. “Terzo: rafforzare la nostra difesa con armi e sistemi di difesa aerea promessi e dotare urgentemente le brigate. Quarto: maggiori investimenti nella produzione di armi in Ucraina e in Europa per aumentare la capacità“.
“Quinto: mantenere e aumentare le sanzioni alla Russia fino al raggiungimento di una pace completa e duratura. Sesto: utilizzare più attivamente i beni russi congelati per sostenere gli sforzi di pace. Settimo: resilienza sociale, aiutare l’Ucraina a ricostruire scuole, ospedali, infrastrutture energetiche per garantire una vita normale. Questo dimostra che la guerra della Russia sta fallendo“. Lo ha dichiarato il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, nel suo intervento al vertice Ue.
La risposta di Putin e la surrealtà dei social
E mentre il presidente ucraino mostra la sua “lista dei desideri“, risponde Putin che, nel corso della telefonata con il cancelliere tedesco Olaf Scholz, ha ribadito che un possibile accordo per la fine del conflitto deve “basarsi sulle nuove realtà territoriali“, ovvero su quanto conquistato finora da Mosca.
Sembra di assistere ad un dissing tra rapper, ad un battibecco tra personaggi dello spettacolo. Con Zelensky che “si diverte” a commentare “dumbass” sotto un’intervista del suo rivale russo e poi propone un “feat” a Donald Trump che a detta dell’ucraino “è una persona forte, è importante che sia dalla nostra parte e che ci aiuti a fermare la guerra“.
Guerra che dunque dovrebbe fermarsi con il supporto di un’altra potenza militare, con altri missili, con altri morti, con un altro triste Natale, ormai prosciugato di qualunque valore o significato.
Perché al fronte non c’è tempo per essere umani, ma bisogna solo essere numeri da aggiungere al registro dei soldati disponibili che in un batter d’occhio vengono trasferiti al registro delle vittime. Forse resterà questo del terzo Natale d’odio: solo numeri, solo bilanci, niente di umano.