SANT’AGATA DI MILITELLO – Violenza sessuale in palestra. È successo a Sant’Agata di Militello (Messina) ai danni di una 21enne, vittima di diversi palpeggiamenti.
Violenza sessuale in palestra
Nelle prime ore della mattina odierna, gli agenti della Polizia di Stato di S. Agata di Militello hanno dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. di Patti, dott. Eugenio Aliquò, su richiesta della Procura della Repubblica di Patti, nei confronti di un 65enne, titolare di una palestra del luogo e ritenuto gravemente indiziato del delitto di violenza sessuale aggravata ai danni di una 21enne, residente nel medesimo comune e frequentatrice della palestra. È accusata anche del reato di esercizio abusivo della professione di massaggiatore fisioterapista.
Gli abusi subiti dalla 21enne
La giovane donna, nel mese di novembre, aveva presentato una querela, sostenendo di aver subito pesanti atti sessuali dal gestore di quella palestra.
La donna aveva riferito di aver accusato un dolore al braccio sinistro a seguito di un allenamento in palestra e di aver comunicato tale situazione all’indagato. Quest’ultimo. informandola di aver riportato con tutta probabilità una contrattura, le proponeva di effettuare dei massaggi nella zona cervicale, alla spalla ed ai glutei, da eseguirsi nella apposita sala massaggi della palestra.
Una volta rimasti soli nella sala massaggi, l’indagato, dopo aver chiuso la porta a chiave, aver fatto spogliare la ragazza ed averla fatta distendere sul lettino, invece di eseguire dei normali massaggi decontratturanti nella zone specificatamente indicate come doloranti dalla donna, effettuava ripetuti ed insistenti palpeggiamenti nelle sue parti intime, senza fornire alcuna spiegazione e senza acquisire in alcun modo il suo consenso.
Le spiegazioni post-violenza
Solo dopo qualche giorno, la giovane ha deciso di incontrare nuovamente l’indagato, anche al fine di chiedergli spiegazioni sul comportamento tenuto. Nell’occasione la ragazza ha registrato le sue dichiarazioni, ovviamente a sua insaputa.
Dall’ascolto della registrazione, acquisita al procedimento, è emerso come il massaggio fosse stato realmente praticato con modalità del tutto anomale, in zone completamente diverse da quelle effettivamente indicate come doloranti dalla ragazza. L’indagato, fra l’altro, ha ammesso espressamente di aver “sbagliato” nel non averla avvisata preventivamente sul particolare tipo di massaggi effettuati, di “essersi dimenticato” di trattare la zona (braccio sinistro e spalla) che gli era stata specificatamente segnalata come dolorante e di “essere stato poco professionale”.
Gli arresti domiciliari
Il G.I.P. ha emesso ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari con applicazione del braccialetto elettronico a carico dell’indagato.
Oltre la violenza sessuale in palestra
Allo stesso è stato contestato il reato di esercizio abusivo della professione, per aver svolto senza averne i requisiti, l’attività di massaggiatore – fisioterapista. Dopo la seduta chiedeva un compenso pari a 20 euro.
Nota
Si precisa, in ogni caso, che il procedimento pende tuttora in fase di indagini preliminari, e che, in ossequio del principio di non colpevolezza fino a sentenza definitiva di condanna, sarà svolto ogni ulteriore accertamento che dovesse rendersi necessario, anche nell’interesse dell’indagato.