Al Liceo Regina Elena di Acireale si parla di “Letteratura e nonviolenza”, il contributo della parola e dell’arte a favore dei comportamenti non violenti

Al Liceo Regina Elena di Acireale si parla di “Letteratura e nonviolenza”, il contributo della parola e dell’arte a favore dei comportamenti non violenti

ACIREALE – Anche quest’anno il Liceo “Regina Elena” di Acireale ha scelto la via della letteratura e dell’arte per ribadire la sua volontà di contrastare i comportamenti violenti ricorrendo a valori antitetici alla brutalità, come la bellezza, in primo luogo, e la delicatezza della parola che sa evocare anche i traumi più irrimediabili senza necessariamente fotografarli. La scelta dei testi da sottoporre alla lettura e alla riflessione delle tredici classi (otto del biennio e cinque del triennio) che hanno volontariamente aderito al progetto Letteratura e nonviolenza, al terzo anno di edizione, si è orientata verso Cara Giulia di Gino Cecchettin, per il biennio, e L’età fragile di Donatella Di Pietrantonio, Premio Strega 2024, per il triennio.

Nella mattinata di ieri, 26 novembre. le classi si sono confrontate nell’Aula Magna dell’Istituto sulle risonanze suscitate dalle rispettive letture. I due testi, pur molto diversi fra loro (l’uno troppo dolorosamente vero), l’altro un romanzo d’invenzione (anche se ispirato a fatti di cronaca), hanno però dei tratti in comune. Innanzitutto, la sobrietà della scrittura, che arriva con immediatezza pur essendo sempre molto attenta a non urtare la sensibilità di chi legge, anche quando si sofferma a descrivere il “trauma” più indicibile.  La scelta di proporre alle giovani e ai giovani questo genere di scrittura risponde a un preciso obiettivo educativo delle docenti impegnate nella realizzazione del progetto e del loro Dirigente Scolastico, Prof. Sebastiano Raciti, che sempre le sostiene. Significa infatti voler promuovere la delicatezza come una via all’espressione dei sentimenti attenta e rispettosa dell’altrui diversità e libertà.  Infine, in entrambi i testi la scrittura si rivela, oltre che fonte di consolazione, anche e soprattutto strumento raffinato di confessione e autoanalisi, dono agli altri della propria fragilità, non come messa in scena, ma piuttosto come presa d’atto di una realtà che tocca tutte e tutti a ogni età e che va dunque assunta e accettata come un dato ontologico affinché non produca mostruosità.

Nel corso della mattinata si sono alternate alle riflessioni delle classi le esibizioni canore e musicali di alcuni giovani talenti della scuola che hanno contribuito a creare e mantenere un clima di raccoglimento attorno alle tematiche toccanti discusse. Infine, una classe di quinto anno ha dato un suo particolare contributo “artistico”, sia trattando con competenza e originalità il tema dell’iconografia della violenza di genere nell’arte, sia fornendo la locandina all’evento, prodotto originale della studentessa Anita Leonardi, che allude alla vicenda di cui è stata protagonista Ahou Daryaei, la studentessa universitaria di Teheran rimasta pubblicamente in intimo in segno di protesta nei confronti delle norme coercitive della libertà delle donne vigenti in Iran.

Come sempre la strategia educativa attuata è stata quella della Peer education, quale modalità che attraverso la valorizzazione e condivisione dei carismi personali meglio favorisce il passaggio di conoscenze, emozioni ed esperienze fra pari e ne avvicina gli animi nell’acquisizione di consapevolezze indispensabili e nell’assunzione di responsabilità improcrastinabili.