PALERMO – Si scende in piazza a Palermo per manifestare contro la costruzione nell’isola dei due inceneritori per lo smaltimento dei rifiuti, annunciata dal governo regionale.
Sono circa 200 le persone che si sono riunite davanti alla sede del presidente della Regione Siciliana di Palazzo d’Orleans.
I presenti
All’evento, organizzato dal comitato Rete Sicilia Pulita, hanno preso parte anche delegazioni del Pd, con il segretario regionale Anthony Barbagallo, e del M5s, col coordinatore Nuccio Di Paola, i sindaci di Blufi e Petralia Soprana, la Legambiente, l’Arci, il Wwf, la Federconsumatori, la Cgil Sicilia e Zero Waste, per un totale di 33 tra associazioni ambientaliste e sigle. Presente in piazza anche una delegazione di Alleanza Verdi e Sinistra e di Rifondazione Comunista.
Alcune delle associazioni presenti in piazza hanno già agito presentando un ricorso alla Presidenza del Consiglio dei ministri sui poteri di Schifani in quanto commissario straordinario la gestione dei rifiuti in Sicilia. A giorni presenteranno invece un ricorso al Tar di Palermo sul piano rifiuti.
“Gli inceneritori non sono una soluzione“
“L’obiettivo è bloccare la costruzione dei due inceneritori. Ci mobilitiamo contro una prospettiva di Sicilia che diventa il fanalino d’Europa“, spiega Antonella Leto, di Rete Sicilia Pulita.
“Gli inceneritori – prosegue – non sono una soluzione ma aggravano il problema dei rifiuti, perché fanno sì che le città non si muovano verso l’economia circolare. Anche in Sicilia dobbiamo muoverci verso la decarbonizzazione e verso un futuro di benessere“.
“La Regione dovrebbe concentrarsi nel fare sviluppare tutta la filiera dei riutilizzo dei rifiuti. Questo andrebbe a creare nuovi posti di lavori“, dichiara Angela Biondi, segretaria confederale della Cgil Sicilia.
“Serve avviarci velocemente verso un tipo di economia circolare – spiega Tommaso Castronovo, presidente di Legambiente Sicilia – la costruzione degli impianti non risolve il problema dei rifiuti in Sicilia, non riuscirà a pulire le strade dei nostri centri urbani“.
Dice la sua anche Pietro Macaluso, sindaco di Petralia Soprana: “Bisogna migliorare la raccolta differenziata e poi realizzare i centri comunali di raccolta e applicare la tariffa puntuale. Se si attua una vera politica sulla raccolta differenziata e sul riuso si può evitare la costruzione dei questi due impianti“.
“Noi da tempo ribadiamo che non c’è nessuna necessità di costruire gli inceneritori – spiega Anthony Barbagallo – i dati parlano chiaro: aumentando il numero di altri impianti, come quelli di trattamento microbiologico, di compostaggio e aumentando i centri comunali di raccolta, non c’è nessuna necessità di utilizzare gli inceneritori. I dati sono sotto gli occhi di tutti“.
“Ci battiamo oggi anche contro lo spreco di 800 milioni di euro di fondi siciliani che potevano essere realizzati per un’impiantistica che manca in Sicilia, perché il futuro è l’economia circolare – dice Nuccio Di Paola – a noi questa storia sembra un poi la stessa del ponte sullo Stretto“.
Adorno (M5S): “Così la Sicilia diventa la pattumiera d’Italia“
“La Regione Siciliana deve smettere di puntare su impianti che bruciano i rifiuti e invece promuovere soluzioni innovative che rispettino l’ambiente e creino lavoro. Non possiamo permetterci di investire in impianti inquinanti, quando la Sicilia ha bisogno di impianti per il riciclo e il compostaggio“, sono le dichiarazioni della parlamentare regionale del M5S all’Ars, Lidia Adorno, presente questa mattina insieme ai 200 manifestanti riuniti davanti alla sede della presidenza della Regione per dire no alla costruzione degli inceneritori a Palermo e Catania.
“L’inceneritore non è la soluzione per la Sicilia. È una scelta obsoleta che porta solo danni all’ambiente e alla salute dei cittadini. Abbiamo bisogno di un’economia circolare che riduca drasticamente i rifiuti da smaltire in discarica e promuova il riciclo. L’inceneritore non è una soluzione, è un passo indietro. Avrà bisogno di tonnellate di rifiuti per funzionare a pieno regime, e sarà la Sicilia a doversene fare carico, diventando la “pattumiera d’Italia“. Un inceneritore non è la soluzione neppure per Catania, che si troverà con un mega impianto alle porte della città, con tutti i rischi connessi a una simile presenza nella zona industriale“, ha dichiarato Lidia Adorno.