PALERMO – L’ex governatore siciliano Rosario Crocetta è stato assolto dall’accusa di corruzione. Lo hanno deciso i giudici della terza sezione del Tribunale di Palermo nell’ambito del processo sull’inchiesta Mare Monstrum. Assolti anche l’armatore Ettore Morace e l’ex collaboratore di Crocetta, Massimo Finocchiaro.
Per Crocetta la Procura aveva richiesto una condanna a sette anni di reclusione, mentre per Morace e Finocchiaro erano stati chiesti sei anni e sei mesi ciascuno.
L’inchiesta Mare Monstrum
Secondo l’accusa, l’allora governatore aveva predisposto un bando su misura per consentire alla compagnia Ustica Lines (poi divenuta Liberty Lines), di mantenere il monopolio nei collegamenti marittimi con le isole minori. In cambio ci sarebbero state delle tangenti.
Inoltre, nel 2017, sarebbe stata concessa una proroga del servizio in cambio di un contributo elettorale di 5.000 euro. Questi soldi Morace li avrebbe destinati al movimento politico “Riparte Sicilia” guidato da Crocetta.
Le accuse di corruzione per Crocetta
Subito dopo lo scandalo dell’operazione – era il 2017 – vennero anche pubblicate le intercettazioni dei coinvolti nell’inchiesta.
L’operazione, denominata Mare Monstrum, è stata avviata dopo un lungo periodo di indagini sui fondi destinati al trasporto marittimo. Così era stato svelato un nuovo caso di mazzette e corruzione con gravi ripercussioni sui consumatori siciliani. L’ex governatore Rosario Crocetta, subito dopo aver scoperto che il suo nome era finito tra gli indagati, con tono sarcastico si era definito “un coglione”. Sosteneva di essere il primo politico a ricevere una tangente tramite bonifico.
Dalle accuse, l’ex presidente siciliano, si è sempre difeso dichiarando che “l’avvenuto bonifico è la prova contraria” e ha assicurato di avere la coscienza pulita, negando l’esistenza di intercettazioni compromettenti nei suoi confronti.
Nonostante ciò, alcune telefonate intercettate dai carabinieri sembravano complicare la sua posizione: in una conversazione, Morace avrebbe raccontato di aver invitato Crocetta a bordo della sua barca e di aver pagato il suo soggiorno in un albergo a Filicudi.
“Sono felice ma non brindo: ho sofferto troppo“
“Giustizia è fatta e io voglio ringraziare i giudici di Palermo per una sentenza che mi risarcisce, in parte del martirio subito“. Così l’ex presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, commenta la sentenza del Tribunale di Palermo, che lo ha assolto dall’accusa di corruzione.
“Ero accusato di corruzione per un bonifico al mio movimento di 5 mila euro, quando in quattro anni avevo tagliato oltre 80 milioni di euro all’appalto per i collegamenti sulle isole“.
“Sarebbero bastati questi due soli elementi per prosciogliere in fase di istruttoria: non si prende una tangente con un bonifico e non si tagliano 80 milioni ad un imprenditore chi si vuole favorire. È andata così… e noi, ad Atene, rispettiamo la legge e i magistrati“.
“In questi anni non ho gridato al complotto politico, mi sono difeso, nel processo, rappresentato dall’eccezionale avvocato Vincenzo Lo Re. Non ho accettato il consiglio di chi mi suggeriva una soluzione di patteggiamento per ridurre l’eventuale pena da sette anni ad un anno e mezzo: preferisco l’ergastolo piuttosto che ammettere un reato non commesso“.
L’ex governatore aggiunge: “Mi sono messo da parte in silenzio, fiducioso che anche a Berlino esista un giudice e che la giustizia alla fine arriva alla verità. Sono felice, ma non brindo: ho troppo sofferto ed ancora mi lecco le ferite“.
“Questa sentenza io la considero, prima di tutto una vittoria di quanti hanno creduto in me e nel mio progetto di cambiare la Sicilia. Grazie ai magistrati, grazie all’avvocato Lo Re, grazie a quanti in queste ore mi hanno dato la solidarietà, grazie a coloro che in questi anni non hanno creduto a questa infamante accusa. Per correzione dell’informazione riportata dai media: il bando non c’entra nulla, ma l’errata interpretazione di un incontro casuale con un sindaco che chiedeva l’incremento del servizio di traghettamento, alla presenza dell’imprenditore, che non ha determinato un centesimo in più a favore del servizio. In pratica sette anni di martirio per un fatto inesistente“.