Patteggia a 2 anni e 6 mesi Daniela Lo Verde, la preside accusata di corruzione a Palermo

Patteggia a 2 anni e 6 mesi Daniela Lo Verde, la preside accusata di corruzione a Palermo

PALERMO – Due anni e sei mesi la condanna patteggiata da Daniela Lo Verde, preside con un passato nell’antimafia della scuola Falcone del quartiere Zen di Palermo, accusata di corruzione e peculato.

La questione

La condanna patteggiata dal coimputato, il vicepreside Daniele Agosta, invece è di due anni. Entrambi hanno risarcito il danno. Per Lo Verde e Agosta è stata accolta l’istanza di sostituzione della pena con lo svolgimento di lavori di pubblica utilità. L’indagine è stata condotta dai pm della sezione palermitana della Procura europea, Gery Ferrara e Amelia Luise. Oltre a sottrarre dalla mensa scolastica beni alimentari acquistati con i fondi europei, avrebbero affidato a un negozio di informatica la fornitura dei dispositivi elettronici destinati agli studenti, in cambio di alcuni regali.

Il patteggiamento

Nei mesi scorsi i due imputati avevano provato a patteggiare a un anno e dieci mesi, ma l’istanza è stata respinta dal gip per incongruità della pena. Invece il patteggiamento della terza persona coinvolta nell’indagine, l’impiegata dell’esercizio commerciale complice, Alessandra Conigliaro, è stato accordato. Inoltre l’indagine, aveva recentemente fatto emergere una gestione illecita dei progetti europei, che avrebbe coinvolto anche altri insegnanti dell’istituto, per anni ritenuto pilastro di legalità.

La denuncia iniziale

Pertanto, ad utilizzare illegalmente il denaro di Bruxelles non erano soltanto i due dirigenti, ma anche alcuni professori che avrebbero guadagnato indebitamente per progetti d’inclusione sociale mai realizzati o portati a termine solo in parte. L’inchiesta è partita nel 2022 grazie alla denuncia di un’ex insegnante della scuola, che raccontò agli inquirenti che le numerose attività finanziate dall’Ue, su richiesta dell’istituto, in realtà non venivano attuate.

Gli illeciti

Infatti nell’istituto era consuetudine raccogliere le firme degli alunni necessarie a certificare lo svolgimento delle iniziative su fogli-presenza e non contestualmente, durante le ore di svolgimento dei progetti, poiché per lo più le attività venivano in seguito disertate. Addirittura, capitava spesso che le firme venissero raccolte all’inizio dell’anno scolastico.