ENNA – Emergenza idrica a Enna, l’acqua arriva ancora col contagocce e nemmeno tutti i giorni.
In prima linea i comitati cittadini, che si sono riuniti e hanno incontrato l’Ati (assemblea Territoriale idrica della provincia) per risolvere l’annosa questione che sta mettendo a dura prova i residenti della provincia e non solo.
Una situazione insostenibile che richiede un intervento immediato, con annessa e preminente maggiore consapevolezza da parte dei sindaci.
La situazione emergenziale a Enna
A tal proposito, infatti, il 21 ottobre nell’ex Provincia di Enna si è tenuto un incontro tra il Presidente dell’Ati, Avv. Cammarata, e alcuni Comitati, invitati dallo stesso Presidente.
Circa un mese fa, attraverso pec, i Comitati Cittadini Ennesi (gruppo storico attivo sul territorio da circa 20 anni e noto per le battaglie contro la privatizzazione dei rifiuti e dell’acqua) avevano richiesto tale incontro al Presidente dell’ATI e al Direttore dello stesso ATI, alla luce delle notizie frastagliate e a volte discordanti circa la situazione di emergenza idrica che si è venuta a creare in Provincia di Enna.
Pertanto, il fine era quello di comprendere quali provvedimenti si stavano adottando e quali mettere in atto per far arrivare l’acqua ai cittadini.
L’incontro del 21 ottobre
L’assemblea Territoriale idrica di Enna (ATI), Ente pubblico composto da tutti i sindaci della Provincia di Enna con funzioni di programmazione, organizzazione e controllo sull’attività di gestione del servizio idrico integrato, ha preso parte all’incontro con Comitati, Associazioni e diversi Sindaci.
L’intervento dei Comitati Cittadini Ennesi si è concentrato su tre punti:
- Sull’esistenza del piano di emergenza stabilito dall’articolo 27 della convenzione idrica e dall’articolo 7 lettera i) dello statuto dell’ATI.
Il piano ha carattere preventivo e serve per stabilire altre fonti di approvvigionamento idrico in caso di crisi. La risposta dell’Ati sul punto è di dubbia interpretazione. Infatti, pare che l’ultimo piano sia stato approvato nel lontano 2005 (19 anni fa) e non si disponga di una adeguata mappatura delle fonti da utilizzare in caso di crisi.
Il Presidente dell’ATI ha sottolineato che “il piano per l’emergenza idrica è superato dalla decretata emergenza. Preme sottolineare che il piano emergenziale dell’ATI ha finalità di prevenzione mentre quello che sta realizzando la cabina di regia ha finalità gestionali. Sarebbe stato più corretto riconoscere l’inadempienza da parte dei Sindaci dell’assemblea idrica“;
- Altro punto trattato ha avuto ad oggetto l’art. 28 della convenzione il quale stabilisce la stesura di un piano per la ricerca ed individuazione delle perdite a cura del gestore. Il piano sembrerebbe essere stato presentato dal gestore nel maggio del 2006 (18 anni fa), con il risultato che ancora oggi si registrano il 50% di perdite in gran parte del territorio;
- Il terzo e ultimo punto ha avuto ad oggetto la tariffazione. I Comitati hanno sottolineato che “l’Ati, in quanto Organismo preposto all’approvazione delle tariffe, dovrebbe valutare ogni presupposto per una riduzione delle tariffe, sulle quali pesano sicuramente anche le perdite del prezioso liquido che a distanza di circa 20 anni dall’affidamento del servizio non sono state ridotte, invitando la stessa ATI, in questo caso di valutare se esistono le condizioni di risoluzione del contratto con Acquaenna alla luce delle evidenti inadempienze sulla gestione complessiva del servizio idrico in Provincia di Enna“.
Le considerazioni e l’auspicio
Preme in questa sede sottolineare che il dirigente Regionale della Protezione civile, Ing. Salvo Cocina, ha recentemente affermato che l’attuale situazione di crisi è il frutto di inadempienze perpetrate nel corso degli anni da parte di Acquenna e dalla stessa ATI.
I Comitati Cittadini Ennesi, in questa fase, ritengono prioritario compiere tutti gli sforzi necessari per alleviare i disagi alla popolazione ennese, riservandosi, nella immediata fase successiva, di mettere al centro del dibattito politico la presa d’atto del fallimento della privatizzazione del servizio idrico in questa Provincia, invitando la politica, ma soprattutto i rappresentati istituzionali (cioè i sindaci dei 20 Comuni) a riflettere sulle azioni da intraprendere per tornare a un servizio pubblico doveroso, decoroso e dignitoso.