La truffa degli incentivi fiscali per le aziende del Sud di un’impresa non operante in Sicilia

La truffa degli incentivi fiscali per le aziende del Sud di un’impresa non operante in Sicilia

AGRIGENTO – Nei giorni scorsi, le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Agrigento hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Sciacca, su richiesta della Procura della Repubblica locale. Il provvedimento riguarda beni e disponibilità finanziarie per un valore complessivo di circa 1,2 milioni di euro, corrispondente al profitto illecito ottenuto attraverso una serie di reati tributari da un imprenditore siciliano residente a Milano e dalla società da lui gestita.

I finanzieri della Compagnia di Sciacca hanno avviato un’indagine sulla base di violazioni rilevate durante una verifica fiscale condotta sulla società, attiva nel settore delle tecnologie informatiche, con sedi sia in Sicilia che in Lombardia.

L’indagine si è concentrata sui consistenti crediti d’imposta di cui l’impresa ha usufruito tra il 2020 e il 2023, maturati per attività di ricerca e sviluppo dichiarate come svolte in una sede nel capoluogo lombardo. Tali attività sono state realizzate sia con personale interno che attraverso consulenze di società amministrate dall’imprenditore stesso o da suoi familiari.

La truffa degli incentivi fiscali per le aziende del Sud di un’impresa non operante in Sicilia

I militari hanno scoperto che l’azienda ha indebitamente beneficiato degli incentivi fiscali destinati agli investimenti nel Mezzogiorno, inclusa la Sicilia, dichiarando falsamente di avere una sede produttiva ad Agrigento. Inoltre, per aumentare ulteriormente le agevolazioni fiscali, la società ha utilizzato in misura superiore al dovuto crediti di imposta finanziati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), destinati a investimenti in ricerca, sviluppo, transizione ecologica e innovazione tecnologica. Questi crediti sono stati documentati con fatture emesse da aziende appartenenti allo stesso gruppo familiare, in violazione dei requisiti previsti.

I beni illegali

La società ha impiegato tali crediti non spettanti, per un valore di circa 1,2 milioni di euro, per ridurre illegalmente il proprio debito fiscale e previdenziale, non versando le imposte e i contributi dovuti.

I crediti d’imposta non ancora utilizzati in compensazione sono stati sospesi in collaborazione con l’Agenzia delle Entrate.

Note

Si ricorda che il sequestro è stato emesso sulla base delle prove raccolte e che, fino al giudizio definitivo, vige la presunzione di innocenza.