Come l’ansia da prestazione porta alla paura del fallimento. Cosa ci dice la psicologa Carla Pollicino

Come l’ansia da prestazione porta alla paura del fallimento. Cosa ci dice la psicologa Carla Pollicino

L’insicurezza e la paura del fallimento sono temi universali, vissuti da molte persone in momenti diversi della vita. Il contesto lavorativo, o nel caso dei giovani quello scolastico e universitario, rappresentano un terreno fertile per lo sviluppo di questi sentimenti. Ebbene, quel senso di inadeguatezza può spingere molte persone ad abbandonare i propri obiettivi, schiacciate dall’ansia e dalla paura di non essere all’altezza.

Tra cinema e realtà: cosa ci mostra il film “Il ladro di orchidee”

Una prospettiva interessante è offerta dal film “Il ladro di orchidee, il cui protagonista, Charlie Kaufman, è uno sceneggiatore in piena crisi creativa. Bloccato nel tentativo di adattare un libro complesso, Il ladro di orchidee, si scontra con le proprie insicurezze e il timore di fallire. Charlie si sente inadeguato rispetto al fratello gemello, Donald, che sembra ottenere successo con facilità. La sua ansia cresce con ogni tentativo fallito di scrivere, fino a paralizzarlo completamente.

Il film esplora brillantemente la fragilità umana e la paura del fallimento, mostrando come queste emozioni possano bloccare la creatività e influenzare la vita quotidiana. Il percorso di Charlie è un esempio chiaro di come l’insicurezza possa condizionare la percezione di sé e portare a evitare le sfide per paura di non riuscire. Ma proprio nel fallimento, il protagonista inizia a comprendere che l’errore è parte integrante del processo creativo e umano. 

La parola all’esperto

In tale contesto, abbiamo chiesto alla psicologa Carla Pollicino una panoramica completa su questo tema di grande attualità ma spesso trascurato.

La dottoressa ha spiegato che “il sentimento di inadeguatezza può originare da vari contesti, quello familiare, quello scolastico, quello lavorativo, e in vari momenti della vita. Prendendo in considerazione l’ambito lavorativo, ad esempio, spesso si assiste a situazioni in cui anche solo per iniziare a lavorare ci sono diversi requisiti da soddisfare (ad esempio,. precedenti esperienze lavorative) che spesso non si possiedono banalmente anche per il semplice fatto di non aver avuto la possibilità di farne esperienza”. 

“Questo ‘inghippo’ può portare alcune persone ad abbandonare i propri progetti non riuscendo ad uscirne e aumentandone il senso di inadeguatezza”.

Riconoscere i campanelli d’allarme

La paura del fallimento è presente in tutti noi seppur in misura differente. Anche questa variabilità dipende dall’insieme di diversi fattori, ambientali (es. le reazioni degli altri di fronte al proprio e all’altrui fallimento) e temperamentali (proprie caratteristiche biologiche, innate). In persone che hanno fatto esperienza dell’errore e del fallimento come di qualcosa da evitare a tutti i costi, la paura di sbagliare può rappresentare un ostacolo significativo nel perseguimento di obiettivi ambiziosi”.

“Tra i segnali da attenzionare vi potrebbero essere gli evitamenti, cioè quando il giovane inizia a non fare più anche cose che prima faceva con piacere, rifiuta gli inviti degli amici, si chiude in casa con il tentativo di ridurre tutti i segnali fisiologici (tachicardia, respiro corto, aumento della sudorazione) e cognitivi (pensieri quali ‘Se poi non va bene?’, ‘Non ce la farò mai’)”.

Quali sono i primi passi che un giovane può compiere per superare la paura del fallimento e tornare a inseguire i propri sogni?”

L’insicurezza e il senso di inadeguatezza possono rappresentare un limite nel momento in cui vengono percepiti dal giovane come presenti e costanti in tutti gli ambiti di vita. La dottoressa ha spiegato che “in questo modo tale sensazione verrà considerata come veritiera e ci si approccerà alle diverse situazioni andando a confermare, ad esempio, il pensiero di non poter mai riuscire a superare un esame e, anche inconsapevolmente, di non impegnarsi abbastanza per riuscire a farcela”.

“Uno step iniziale sarebbe quello di riuscire a focalizzarsi sul momento presente senza farsi schiacciare da possibili scenari catastrofici futuri. In secondo luogo potrebbe aiutare non considerare il fallimento come qualcosa di definitivo, stabile nel tempo. Siamo esseri umani e in quanto tali imperfetti, sbagliare fa parte della vita e rappresenta quindi un’occasione di crescita e apprendimento”.

“In generale sarebbe consigliato rivolgersi ad uno specialista per riuscire a comprendere da dove origini la paura del fallimento e prendere consapevolezza di quanto tale paura limiti la vita quotidiana così da poter identificare delle strategie più efficaci per farci i conti e di conseguenza superare le proprie difficoltà”.