Oggi si celebra la Giornata mondiale della lotta contro la sepsi: l’importanza della consapevolezza

Oggi si celebra la Giornata mondiale della lotta contro la sepsi: l’importanza della consapevolezza

MONDO – Il 13 settembre si celebra una giornata mondiale forse poco conosciuta, ma di grande rilevanza: la Giornata Mondiale della Lotta contro la Sepsi (World Sepsis Day). È fondamentale promuovere la consapevolezza su questa sindrome che continua a colpire migliaia di persone.

I dati

La sepsi, nota anche come setticemia, è la risposta estrema del corpo a un’infezione: le dirette conseguenze sono gravi complicazioni e per tale ragione la sepsi, se non trattata in modo tempestivo, può risultare fatale.

In base a quanto emerge dai dati dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), ogni anno in Italia si registrano oltre 60mila casi di setticemia; il tasso di mortalità in alcuni casi può raggiungere il 30% dei pazienti colpiti.

A livello globale, l’OMS stima ogni anno nel mondo si contano tra i 47 e i 50 milioni di casi di sepsi; quest’ultima sarebbe responsabile di circa 11 milioni di decessi l’anno. Per questa ragione, questa sindrome è considerata tra le principali cause di morte a livello globale. Questo soprattutto nei Paesi a basso e medio reddito, dove le infrastrutture sanitarie spesso non riescono a garantire un accesso tempestivo alle cure necessarie. È importante sottolineare che la sepsi può colpire chiunque, a qualsiasi età, ma è particolarmente pericolosa per i neonati, gli anziani e le persone con malattie croniche o un sistema immunitario indebolito.

Preoccupanti i dati di sepsi nei bambini

Il 40% dei casi di sepsi è rappresentato da bambini di età inferiore ai 5 anni. Nei paesi industrializzati può determinare la morte nel 3-4% dei neonati e fino al 24% dei neonati nati in paesi in via di sviluppo. Ogni anno si verificano nel mondo circa 680mila decessi neonatali per sepsi, con un rischio particolarmente elevato in India, Pakistan, Nigeria, Congo, e Cina.

In molti casi, la diagnosi di sepsi arriva troppo tardi, quando il quadro clinico è già gravemente compromesso. Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, un approccio preventivo basato su una diagnosi precoce può fare la differenza tra la vita e la morte.

La varietà di sintomi della setticemia

I sintomi iniziali della sepsi possono variare, ma in genere includono:

  • febbre alta;
  • battito cardiaco accelerato;
  • confusione mentale;
  • difficoltà respiratorie.

Nei casi più gravi possono verificarsi:

  • ipotensione;
  • insufficienza multiorgano.

Purtroppo, questi segni spesso si confondono con quelli di altre patologie, rendendo difficile una diagnosi tempestiva e accurata.

Aumentare la consapevolezza

Uno degli obiettivi principali della Giornata Mondiale della Lotta contro la Sepsi è proprio quello di sensibilizzare non solo gli operatori sanitari, ma anche la popolazione generale, affinché siano in grado di riconoscere i primi segnali della sepsi e richiedere immediatamente assistenza medica. La formazione e la prevenzione sono strumenti fondamentali in questa battaglia. L’ISS ha più volte sottolineato l’importanza di educare il personale sanitario sull’uso appropriato degli antibiotici e sull’adozione di pratiche efficaci per prevenire le infezioni ospedaliere, che rappresentano una delle principali cause di sepsi.

Un altro aspetto cruciale è il miglioramento dell’accesso a cure adeguate, in particolare nei contesti meno sviluppati. Nei Paesi a basso reddito, la mancanza di risorse sanitarie, la difficoltà nell’accesso a trattamenti antibiotici di qualità e la scarsità di personale qualificato contribuiscono all’alto tasso di mortalità associato alla sepsi. Rafforzare i sistemi sanitari locali e promuovere la cooperazione internazionale sono passi fondamentali per ridurre l’impatto globale di questa malattia.

Diverse organizzazioni mondiali di sanità, come World Health Assembly, The Global Sepsis Alliance e The Society of Critical Care Medicine, evidenziano l’importanza della prevenzione tramite la frequente igiene delle mani eseguita correttamente, l’applicazione scrupolosa delle misure di prevenzione e controllo delle infezioni nei setting di cura, l’aggiornamento periodico del personale sanitario in materia di IPC e infezioni antimicrobico-resistenti la disponibilità di ambienti sicuri e puliti per il parto