Comprare vestiti online a prezzi stracciati, fino a che punto si è disposti a ignorare la qualità

Comprare vestiti online a prezzi stracciati, fino a che punto si è disposti a ignorare la qualità

Comprare vestiti a prezzi stracciati, ignorando la qualità – spesso abbastanza scadente – è ormai un’abitudine abbondantemente diffusa. Se da un lato c’è chi ancora si rifiuta di cedere a questi meccanismi commerciali, c’è chi invece non vuole fare a meno della “convenienza” in termini economici, mostrandosi disposto anche a ricevere prodotti ben poco “raccomandabili”.

Sarebbe facile spiegare il costante acquisto di tali prodotti se la loro scarsa qualità fosse un segreto. Tuttavia, ciò che sorprende è proprio la scelta del consumatore di non demordere nonostante sia ormai consapevole di ciò che si nasconde dietro. E che però, secondo molti, è meglio continuare a far finta di non vedere.

Secondo me non siamo diventati ciechi, secondo me lo siamo, Ciechi che vedono, Ciechi che, pur vedendo, non vedono“. È proprio attraverso questo passo, tratto da “Cecità” di José Saramago, che si può sintetizzare il comportamento di una fetta di consumatori che, pur sapendo, ignorano, chiudendo gli occhi su una realtà che non solo danneggia l’ambiente – vittima degli effetti del fast fashion – ma che, secondo le ultime indagini, rischierebbe di compromettere anche la loro salute.

L’ultima indagine sui vestiti di Shein

Negli ultimi tempi sulla rivista tedesca Oko-test è stato pubblicato l’esito di un’indagine, secondo cui alcuni prodotti venduti su Shein, uno dei colossi della fast fashion, sarebbero pieni di sostanze chimiche tossiche.

L’analisi di Oko-test ha esaminato la qualità di 21 capi di abbigliamento per donne, per uomini, per adolescenti e per neonati.

Ciò che è emerso è che gran parte dei prodotti Shein risulterebbe contaminata da sostanze chimiche, tra cui antimonio, dimetilformammide, piombo, cadmio, ftalati vietati, naftalene e idrocarburi policiclici aromatici. Pare che solo un terzo degli articoli riesca ad arrivare alla soglia richiesta dall’Unione europea per la vendita di un prodotto.

Dopo la “bufera” scatenata dalla rivista tedesca, Shein ha risposto con una nota: “Lavoriamo a stretto contatto con agenzie di analisi internazionali di terze parti, come Intertek, SGS, BV e TUV, per effettuare regolarmente test che garantiscano la conformità dei fornitori ai nostri standard di sicurezza dei prodotti. Nell’ultimo anno, abbiamo condotto più di 400.000 test di sicurezza chimica con queste agenzie. I nostri fornitori sono tenuti a rispettare i controlli e gli standard che abbiamo messo in atto, nonché le leggi e i regolamenti sulla sicurezza dei prodotti nei Paesi in cui operiamo. SHEIN si impegna a lavorare a stretto contatto con le agenzie locali per la sicurezza dei prodotti, monitorando i cambiamenti e gli sviluppi delle leggi e delle normative sulla sicurezza e investendo nella continua ottimizzazione dei processi di conformità dei prodotti. Quando veniamo a conoscenza di un reclamo, per prudenza rimuoviamo immediatamente il prodotto o i prodotti dal nostro sito web, mentre svolgiamo le adeguate indagini. Se viene poi verificata la non conformità, non esiteremo a intraprendere le opportune azioni di controllo con il fornitore del prodotto“.

La parola alla psicologa La Rosa

Proprio per analizzare un fenomeno così tanto diffuso e peculiare, è intervenuta ai nostri microfoni la dottoressa Valentina La Rosa. Rispondendo a una serie di domande, la psicologa ha fornito un quadro completo dell’argomento, svelando l’altra faccia della medaglia di una delle tendenze più discusse della nostra epoca.

  • Perché sembra consolidarsi sempre di più la tendenza ad acquistare a prezzi stracciati prodotti, anche se spesso scadenti, su “negozi” online?

La crescente tendenza ad acquistare a prezzi stracciati, anche quando la qualità dei prodotti è discutibile, può essere letta da diverse prospettive.

Dal punto di vista psicologico, il meccanismo del ‘piacere dell’acquisto‘ gioca sicuramente un ruolo cruciale. Il consumatore sperimenta una gratificazione immediata quando riesce ad acquistare qualcosa a un prezzo apparentemente vantaggioso, anche se di qualità scadente. Questa soddisfazione è infatti collegata a un senso di potere e controllo, che è amplificato quando si percepisce di aver fatto un affare.

Inoltre, da un punto di vista culturale, viviamo in una società che enfatizza il consumo rapido e l’accessibilità. La “fast fashion” o i prodotti a basso costo riflettono un sistema che premia la quantità più della qualità. Le piattaforme online amplificano questo fenomeno, rendendo gli acquisti facili e accessibili a chiunque, indipendentemente dalla posizione geografica o dal background socio-economico“.

  • Si tratta solo di una questione economica o alla base di questo fenomeno c’è anche qualche motivazione sociale?

Nonostante la motivazione economica sia sicuramente rilevante, ci sono anche altre dinamiche sociali e psicologiche in gioco che vanno considerate. Dal punto di vista sociale, l’acquisto di prodotti economici online può essere visto come un modo per mantenere un senso di appartenenza a gruppi che condividono interessi simili, soprattutto tenendo conto dell’influenza dei social media sui comportamenti di consumo. Questo aspetto è, in particolare, legato al concetto di ‘consumo partecipativo‘, dove il consumatore è attratto dal seguire tendenze, partecipare a sconti lampo o limitati nel tempo, sentendosi così parte di una comunità.

Inoltre, l’acquisto a basso costo offre un senso di gratificazione immediata che, in una società dominata dalla cultura deltutto e subito‘, diventa un modo per gestire ansie e pressioni quotidiane. Anche l’idea di acquisire velocemente prodotti di tendenza contribuisce a soddisfare un desiderio di rimanereaggiornati‘ e quindi socialmente accettati“.

  • Influisce in qualche modo anche il tentativo di omologarsi agli altri?

Sì, sicuramente l’omologazione agli altri gioca un ruolo significativo. Gli esseri umani, infatti, tendono a mettere in atto comportamenti che li facciano sentire accettati e parte di un gruppo. Nel nostro caso, l’acquisto di prodotti popolari o trend del momento aiuta a soddisfare questo bisogno. L’omologazione attraverso il consumo è amplificata dai social media, dove influencer e pubblicità spingono gli utenti a desiderare prodotti simili a quelli mostrati, rafforzando l’idea che possedere un determinato oggetto renda più accettati dagli altri.

Culturalmente, si osserva un cambiamento verso quella che potremmo definire una ‘standardizzazionedei gusti e degli stili, in cui si tende a privilegiare ciò che è immediatamente riconoscibile e accettato dalla massa. In questo contesto, il desiderio di omologazione spinge molte persone ad acquistare ciò che vedono negli altri, anche se questo comporta il sacrificio della qualità“.

  • Che ruolo ricopre in questo fenomeno la “comodità” dell’acquisto online, che in quanto tale avviene con un semplice click e senza la necessità di muoversi da casa?

La comodità è senza dubbio un fattore importante in queste dinamiche di acquisto. Dal punto di vista psicologico, infatti, la facilità di accesso e l’assenza di barriere (fisiche o temporali) rendono l’acquisto online un’opzione irresistibile. Con un solo click, le persone possono soddisfare il desiderio di possesso immediato senza la necessità di pianificare o investire tempo nello shopping fisico. Questo alimenta il concetto di ‘gratificazione immediata‘, in cui la ricerca di un bisogno o desiderio viene immediatamente risolta con un’azione facile e veloce.

Inoltre, da una prospettiva culturale, l’e-commerce è ormai parte integrante della nostra quotidianità. La tecnologia, infatti, ha trasformato il modo in cui interagiamo con il mondo esterno, rendendo la comodità un valore dominante. Non solo gli acquisti online permettono di risparmiare tempo e fatica, ma creano anche una nuova forma di relazione con il consumatore, basata sulla personalizzazione e sull’immediatezza“.

  • Che impatto può avere sui “clienti abituali” la presenza di materiali tossici rilevati sui prodotti venduti su Shein? È scontato un calo di acquisti oppure non è da escludere che il fenomeno non subisca particolari variazioni?

L’impatto che potrebbe avere sui ‘clienti abituali’ la notizia che i prodotti venduti da Shein possano contenere materiali tossici dipende da diversi fattori, sia psicologici che culturali.

Da un lato, la consapevolezza del rischio per la salute potrebbe effettivamente scoraggiare alcuni consumatori, specialmente quelli più sensibili a tematiche ambientali e di benessere. Tuttavia, non è detto che questo determini un calo significativo degli acquisti, soprattutto per i consumatori che sono motivati più dal desiderio di risparmiare o di essere al passo con le tendenze del momento, piuttosto che da preoccupazioni etiche.

A livello psicologico, possono entrare in gioco i cosiddetti meccanismi di ‘dissonanza cognitiva‘, cioè alcuni consumatori potrebbero minimizzare o giustificare il rischio, razionalizzando che il vantaggio economico e la gratificazione immediata sono più importanti. Inoltre, c’è una generale tendenza a separare l’acquisto individuale dagli effetti più ampi del consumo, il che significa che molte persone potrebbero non sentirsi direttamente toccate dalle problematiche legate alla qualità o alla sicurezza.

Inoltre, esistono sistemi socio-culturali in cui la sostenibilità e la salute rappresentano valori centrali, mentre in altri prevale l’attenzione al risparmio e alla moda. Pertanto, mentre alcuni mercati potrebbero far registrare una riduzione degli acquisti su Shein, non è da escludere che in altri contesti la domanda di questi prodotti rimanga invariata o addirittura aumenti“.