Faggiano: amareggiato, arrabbiato, ma vado avanti.

Faggiano: amareggiato, arrabbiato, ma vado avanti.

 

 

Desiderata, richiesta a gran voce, attesa da molti, finalmente una conferenza stampa che sostituirà, in piccola parte e giusto per ciò che riguarda il (buon) lavoro di mister Faggiano, ipotesi, notizie appese al nulla, illazioni, fantasiose ricostruzioni. Per il (tanto) resto? bisognerà ancora attendere altre conferenze. Certo non è per niente poco potersi confrontare con il deus ex machina (in questo caso afferendo ad entrambe le due connotazioni della locuzione latina) del calcio mercato rossazzurro, poter dialogare con chi non ha mai mollato nonostante tutto suggerisse il contrario e lavorando sempre con l’acceleratore a fondo.  E si comincia con lo stesso Faggiano che prova a sintetizzare queste impegnative settimane di lavoro.

“Innanzitutto, volevo comunicarvi che domani l’allenamento sarà a porte aperte e che abbiamo bisogno di tutti, i cancelli della B saranno aperti alle 17:30, capisco che è domenica però dobbiamo essere tutti per uno e uno per tutti. Gestire le entrate forse è il lavoro più semplice mentre per le uscite è un po’ più complicato perché ci sono diverse variabili: dalla famiglia al procuratore alle scelte del calciatore e a tante altre situazioni. Sinceramente pensavo che qualcosa di più si potesse fare, però dobbiamo fare di necessità virtù e accettare quello che ci è successo, nel senso che tanti hanno rifiutato di andare via e a risentirne è il budget”.

E continua con voce molto amareggiata mister Faggiano senza mandarle a dire.

“Penso di essere stato sempre chiaro con tutti (…) adesso la lista ce l’abbiamo piena e non possiamo fare nient’altro, però ognuno deve assumersi le proprie responsabilità e fino a gennaio cercheremo nel migliore dei modi di andare avanti anche se sono certo che qualcuno sparlerà alle mie spalle, ma questo non mi preoccupa perché io accetto le mie responsabilità e se sbaglio lo ammetto.  Le colpe, come i meriti, vanno sempre divisi non c’è uno che vince e uno che perde, o vincono tutti o perdono tutti, però non ho mai sentito l’anno scorso (forse la Coppa Italia o forse i playoff hanno accecato più di uno) qualcuno che abbia detto ho sbagliato, la colpa è sempre di quello che sta a fianco. Non sono triste sono un po’ deluso, arrabbiato perché poi devo sentire cose che mi fanno impazzire nel senso che non ci comportiamo bene, siamo l’unica squadra forse che ha portato tutti giocatori in ritiro e ho chiesto chi non potesse parte del progetto se potesse rimanere qui ad allenarsi con il preparatore o rimanere a casa e devo ringraziare Costantino e Di Carmine. Ribadisco, sono amareggiato ma vado avanti, fermo restando che al 30 giugno il budget, ad oggi, deve essere quello che avevamo previsto per cui adesso abbiamo sei giocatori in più che mi penalizzano sul budget.

Un passaggio critico del DS anche per ciò che riguarda le regole:

“In Italia si parla solo denaro, solo di televisione, mai di regole per cui se un giocatore vuole andare via (e mi può stare bene) per un’offerta più vantaggiosa anche se sotto contratto faranno di tutto, lui e il procuratore, per andare via.  Se invece decido io di far delle scelte economiche e il giocatore devo venderlo per forza la cosa non più è fattibile”.

Poi si comincia con le domande, che ci tiene a precisare Faggiano, devono riguardare solo il mercato e su questo non avevamo dubbi che saranno altri a chiarire il caos estivo, ci mancherebbe.

Riguardo Castellini “era più un mercato vostro che nostro, noi non siamo andati alla ricerca spasmodica di venderlo, posso garantire la serenità del nostro capitano che va oltre le aspettative che avevo. Ho visto più un uomo e un atleta professionistico e lo guardo con ammirazione e sarei contento che dalle giovanili uscissero dieci Castellini. Perché noi siamo contenti pure dei ragazzi che avremo con noi dalla primavera grazie a Orazio Russo stanno facendo un buon lavoro”.

“Inglese?  io non ho scoperto niente e se è sceso in C l’ha fatto solo per Catania”.

E tornando agli esuberi ribadisce:

“per qualcuno in uscita avevo fatto delle proposte magari utili non soltanto al bilancio del Catania ma anche alla sua carriera del calciatore stesso perché starà fuori lista e fuori dal campo per almeno tre/sei mesi  e non sono più ragazzini e stare per sei mesi fuori lista…”

Dove potrà arrivare questa squadra?

“Dovrà sudare la maglia, poi si vedrà”

Per NewSicilia abbiamo chiesto: nelle sue scelte se prima c’era prioritario l’aspetto tecnico e dopo quello economico dopo le vicende estive le parti si sono invertite?

“Pe me non è cambiato niente, ho dovuto tenere compatto l’ambiente perché uscivano tante notizie e non era il massimo per la squadra. Ma ripeto per me non è cambiato nulla, potevo fare un altro mercato o un altro ancora con diversi giocatori, ma siamo stati bravi a mutare in corso d’opera piano piano, però non penso che non abbiamo speso i soldi. Io non mi tiro indietro, se vedo la voglia, la passione, e poi vedo la città che vive di calcio, posso pure perdere, però so ho uno stimolo così forte proverò a fare bene”.