Caso sospetto di vaiolo delle scimmie in Sicilia su migrante africano, i controlli smentiscono: è “impetigine infettiva”

Caso sospetto di vaiolo delle scimmie in Sicilia su migrante africano, i controlli smentiscono: è “impetigine infettiva”

AGRIGENTO – Si ipotizzava fosse un caso di vaiolo delle scimmie e invece è risultato essere “impetigine infettiva“, un’infezione della pelle.

Il caso sospetto di vaiolo delle scimmie in Sicilia

Protagonista ieri un migrante africano giunto nel reparto di Urologia dell’ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento. Il paziente è stato sottoposto ai controlli necessari secondo cui è emerso che non si tratta di vaiolo. A confermarlo è stata l’Azienda sanitaria provinciale.

Gli ambienti sono stati immediatamente sanificati, e le verifiche successive hanno escluso la presenza della pericolosa patologia infettiva.

Primo caso della nuova variante in Europa

La settimana scorsa l’Agenzia svedese per la sanità pubblica ha registrato il primo caso al di fuori dell’Africa della variante più pericolosa del vaiolo delle scimmie, la Clade 1. L’Oms di conseguenza ha dichiarato un’emergenza sanitaria globale, come annunciato dal direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus.

Il caso è stato diagnosticato a Stoccolma.

Caratteristiche della Clade 1

La nuova variante include sintomi più comuni includono febbresonnolenza, mal di testa e dolori muscolari. Tra i segni più frequenti ci sono linfonodi gonfi ed eruzioni o lesioni cutanee.

L’eruzione cutanea di solito compare entro tre giorni dall’insorgenza della febbre. Le lesioni possono essere piatte o leggermente in rilievo, contenere un liquido chiaro o giallastro e possono evolversi in croste, seccarsi e cadere. Le lesioni sono prevalentemente localizzate nella zona ano-genitale, ma possono interessare anche il tronco, le braccia, le gambe, il viso e i palmi delle mani e delle piante dei piedi. È possibile che l’eruzione cutanea si manifesti anche all’interno della bocca, nella zona perigenitale e sugli occhi.

In genere, i sintomi si risolvono spontaneamente entro 14-21 giorni dall’inizio della malattia. Il virus può risultare letale in circa il 10% dei casi.

Foto di repertorio