Al via il recupero del sito minerario “Bosco-San Cataldo” nel Nisseno

Al via il recupero del sito minerario “Bosco-San Cataldo” nel Nisseno

SICILIA – Avviata dalla Regione la riconversione del sito minerario “Bosco-San Cataldo”, in provincia di Caltanissetta, a quasi 30 anni dalla sua dismissione.

Il progetto

La società G.M.R.I. Srl avrà in concessione l’area per un lasso di tempo non inferiore a vent’anni. Inoltre, grazie all’approvazione di un progetto di finanza verranno investiti dieci milioni di euro per la valorizzazione dell’ammasso salino prodotto per decenni nel corso dell’attività del sito minerario, riconvertendolo ad esempio, in prodotto da utilizzare contro il gelo nelle strade.

L’iter per l’autorizzazione è stato seguito dall’assessorato dell’Energia. Il progetto dal punto di vista ambientale prevede la sistemazione idrogeologica dell’area, la realizzazione di un campo fotovoltaico e la piantumazione di essenze arboree resistenti ai terreni salini. Per le casse della Regione è previsto un incremento del gettito fiscale e il versamento del canone di produzione mineraria.

Nel 2021 la società G.M.R.I. Srl aveva presentato al dipartimento dell’Energia il progetto di fattibilità, con la richiesta di ottenere la concessione allo sfruttamento dell’ammasso salino presente nel sito minerario “Bosco-San Cataldo”. A seguito dell’esito favorevole della valutazione da parte del Nucleo tecnico per la finanza di progetto della Regione, a settembre 2022 il dipartimento aveva chiesto di elaborare la versione definitiva del progetto, apportando alcune modifiche.

Contemporaneamente era stato sottoscritto un accordo di collaborazione con l’Enea per il supporto tecnico-scientifico, mentre il dipartimento regionale Acque e rifiuti aveva avviato le procedure per la bonifica dell’amianto presente in alcune parti limitrofe all’area. Per l’affidamento della concessione infine, era stata pubblicata una gara a evidenza pubblica, e la G.M.R.I. Srl, in qualità di promotrice, ha goduto del diritto di prelazione, come previsto dalla normativa. A giugno il progetto è stato inserito nel piano triennale delle opere di interesse regionale e la scorsa settimana si è passati alla verifica ambientale, propedeutica all’approvazione in concessione dell’area. Concluso l’iter burocratico, potrà partire adesso la riconversione e riqualificazione del sito minerario.

Alcune dichiarazioni

Grazie alla virtuosa collaborazione tra pubblico e privato – afferma Renato Schifani, presidente della Regione – risolviamo una criticità che aveva pesanti ripercussioni sul fronte ambientale e trasformiamo ciò che per anni è stato ritenuto un rifiuto da smaltire in una preziosa risorsa economica. Mi piace sottolineare che l’iniziativa è assolutamente a costo zero per l’amministrazione regionale e ci consentirà anzi di avere maggiori entrate e di creare nuova occupazione. Saranno, infatti, una ventina le persone impiegate direttamente nel sito e circa altre trenta quelle nell’indotto. L’intervento del settore privato, quando è competente e professionale, può rivelarsi un forte acceleratore per lo sviluppo della nostra economia, e concorrere con il sistema pubblico a migliorare la qualità dei servizi erogati ai cittadini.” – Conclude.

Si tratta di un bell’esempio di economia circolare – aggiunge l’assessore Di Mauroche ci permette di assicurare una risposta positiva a un territorio che attendeva quest’intervento da più di trent’anni. Ringrazio gli uffici del dipartimento dell’Energia che con il loro lavoro hanno reso possibile in tempi rapidi il raggiungimento di questo traguardo“.