Siccità Sicilia, alla Conferenza Stato-Regioni il riconoscimento delle “condizioni di forza maggiore e circostanze eccezionali”

Siccità Sicilia, alla Conferenza Stato-Regioni il riconoscimento delle “condizioni di forza maggiore e circostanze eccezionali”

ITALIA – Riconoscimento per tutta la Sicilia delle “condizioni di forza maggiore e circostanze eccezionali” a causa della persistente siccità che colpisce l’Isola da circa un anno, una delle più gravi dell’ultimo cinquantennio.

Questo quanto stabilito alla Conferenza Stato-Regioni.

Il riconoscimento

Un provvedimento già richiesto dal governo regionale lo scorso 17 giugno, per il quale ora serve solamente la firma del decreto da parte del ministro della Sovranità agricola, alimentare e forestale.

Il riconoscimento della condizione di forza maggiore e di circostanze eccezionali dal primo luglio 2023 a maggio 2024, consentirà alle imprese agricole e zootecniche che operano su tutto il territorio siciliano di usufruire di alcune deroghe in determinati ambiti della Politica agricola comune, che permetterebbero di non applicare vincoli a pascoli e terreni, continuando così a godere di aiuti, rinviare pagamenti, sanzioni e oneri.

Alcune dichiarazioni

Voglio ringraziare i ministri Lollobrigida e Calderoli – sottolinea Renato Schifani, presidente della Regione Siciliana – per la celerità nell’approvazione dell’iter. A causa della grave emergenza idrica, che pone la Sicilia in “zona rossa” al pari di Marocco e Algeria, il mio governo è impegnato su più fronti per contrastare la mancanza d’acqua. L’intesa raggiunta ieri dimostra la concreta attenzione e sensibilità del governo nazionale per una situazione che va affrontata in maniera corale da tutte le istituzioni, comprese quelle europee“.

La Regione ha già dichiarato lo stato di calamità naturale per danni all’agricoltura e ha ottenuto dal Consiglio dei ministri il riconoscimento dello stato di emergenza di rilievo nazionale.

La situazione

La nuova richiesta scaturisce a seguito di una situazione che si è aggravata nelle ultime settimane a causa della riduzione delle risorse idriche negli invasi e, di conseguenza, della non disponibilità di acqua per l’irrigazione.

Per il comparto agricolo e zootecnico si stima una perdita della produzione nel 2024 che va da un minimo del 50% a un massimo del 75%.