Emanuele Burgio ucciso durante una lite alla Vucciria, niente ergastolo per gli imputati

Emanuele Burgio ucciso durante una lite alla Vucciria, niente ergastolo per gli imputati

PALERMO – Riflettori nuovamente puntati sull’omicidio di Emanuele Burgio, il 25enne ucciso a colpi di pistola nel maggio 2021 durante una lite alla Vucciria, in via dei Cassari a Palermo.

Confermate le condanne emesse in primo grado

Confermata la sentenza di primo grado, emessa il 9 giugno 2023 dalla Corte di Assise di Palermo. Lo ha deciso la seconda sezione della corte d’appello del capoluogo, rifiutando la richiesta della Procura di condannare gli imputati all’ergastolo.

La sentenza di primo grado

In primo grado i giudici avevano condannato a 18 anni l’autore dell’omicidio, Matteo Romano (difeso dall’avvocato Raffaele Bonsignore) e Giovanni Battista Romano, nipote di Matteo, (difeso dall’avvocato Giovanni Castronovo) per aver portato la pistola sul posto con cui è stato compiuto il delitto, e assolto Domenico Romano, padre di Giovanni Battista (difeso dagli avvocati Giovanni Castronovo ed Enzo Giambruno).

Niente ergastolo

Nonostante la Procura avesse chiesto la condanna all’ergastolo per tutti gli imputati, nessuno di loro dovrà fare i conti con una pena così drastica. Già in primo grado infatti erano venute meno le aggravanti della premeditazione e del metodo mafioso. Pertanto, la condanna era stata ridotta di un terzo.

Quando la pena sarà definitiva Matteo e Giovanni Battista Romano godranno anche di un ulteriore sconto di pena per non essersi ribellati dopo la condanna di primo grado. Questa possibilità è prevista dalla legge Cartabia, destinata agli imputati che, dopo una condanna nelle forme del rito abbreviato, non impugnano la sentenza.

L’ammissione di colpa

Il delitto era stato ripreso dalle telecamere di videosorveglianza della zona. Gli imputati avevano poi ammesso il loro coinvolgimento, pur precisando di essere stati minacciati dalla vittima.