Cocaina in Sicilia attraversando lo Stretto: azzerate due cellule siculo-calabresi

Cocaina in Sicilia attraversando lo Stretto: azzerate due cellule siculo-calabresi

SICILIA – Era tanto devoto della Madonna di Polsi a San Luca (Rc) da conservare una sua immaginetta nella cover del cellulare e domandare ai suoi sodali se avessero con loro il rosario. Allo stesso tempo era fornitore e gestiva lo spaccio di cocaina che dalla Calabria arrivava in Sicilia, ed esattamente a Catania, per essere tagliata e smerciata da San Giovanni Galermo.

Con l’operazione “Devozione” la Direzione Distrettuale Antimafia della Questura di Catania in collaborazione con la Squadra Mobile di Reggio Calabria e Siracusa ha disposto le indagini su 29 persone di cui 13 destinatari della misura di custodia cautelare in carcere con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti.

Tra questi c’è Bruno Cidoni, devoto e narcotrafficante, che da anni sarebbe in affari con gruppi criminali catanesi, fino a prendere base a San Giovanni Galermo per seguire da vicino le attività.

Le indagini

Al termine delle indagini partite nel 2020, la Questura etnea ha individuato a azzerato l’attività di due cellule impegnate nello narcotraffico di cocaina. La prima capeggiata da Carmelo Scilio, già conosciuto alle Forze dell’ordine per il traffico di cocaina a Catania e già passato dagli arresti domiciliari, la seconda quella di Bruno Cidoni, che dalla Calabria era in affari grazie all’attività di un gruppo calabro-siciliano capace nel giro di sei mesi a gestire oltre 20 trasporti e consegne attraversando lo Stretto.

La droga veniva trasportata in auto in vani nascosti per essere portata nella basi catanesi di San Giovanni Galermo e San Giorgio.

Nel corso dell’attività di indagine la Polizia è riuscita a sequestrare 11 kg di cocaina, una pistola revolver calibro 38 con la matricola abrasa e dalla casa catanese di Bruno Cidoni anche 90.300 euro in contati che erano stati murati.

I nomi

Le persone destinatarie del provvedimento di custodia cautelare in carcare, oltre Cidoni e Scilio, sono Addamo Giuseppe, Luigi Danilo Garozzo, Gino Gueli, Francesco Mannino, Antonio Pezzano, Angelo Ribera, Francesco e Pietro Sedici, Salvatore Torrisi, Santo Vitale e Pasquale Zagari. Quest’ultimo insieme a Pezzano e Cidoni erano i riferimenti calabresi della cellula catanese. In base all’attività ricostruita dalle indagini Francesco Sedici faceva stabilmente il corriere per i trasporti della cocaina dalla Calabria alla Sicilia.