Ast spa, si è conclusa l’audizione congiunta della II commissione legislativa bilancio e IV commissione territorio, ambiente e trasporti

Ast spa, si è conclusa l’audizione congiunta della II commissione legislativa bilancio e IV commissione territorio, ambiente e trasporti

SICILIA – Si è da poco conclusa l’audizione congiunta della seconda commissione legislativa bilancio e IV commissione territorio, ambiente e trasporti per la questione Ast.

Al netto dell’impegno assunto dai presidenti delle due commissioni in merito alla possibilità di accelerare prima possibile l’iter procedurale riguardante la mancata approvazione della norma sulla ricapitalizzazione della partecipata regionale, si è potuto assistere ad una sorta di querele politica fra fazioni contrapposte, alla ricerca di reciproche responsabilità, rispetto ai precedenti lavori dell’Ars.

Per il resto, solo fuffa, enunciazioni di principio inconcludenti che nulla hanno a che vedere con i destini di Ast e soprattutto con il futuro dei dipendenti e dei lavoratori somministrati“, commenta il sindacato Faisa Cisal.

Non si comprende che fine ha fatto il piano industriale e quando verrà consegnato ai sindacati per il dovuto confronto di merito che, in ogni caso, a detta dell’assessore regionale delle infrastrutture non può essere esitato se non prima della trasformazione dell’attuale Ast spa in società house providing“, prosegue.

Rimane il fatto di una situazione oggi più che mai incerta, in previsione anche dell’affidamento dei servizi di trasporto pubblico locale extraurbano dal 1 settembre 2024 tramite gara pubblica.

Le ragioni e i motivi per i quali l’Ast va salvata 

Ecco la nota articolata inviata al Governo Regionale da parte di Faisa Cisal, con le ragioni e i motivi per i quali “l’Ast va salvata“.

“Ill.mo, Presidente, ill.mi Onorevoli,

come è noto alle SS.LL., la Società “A S T – Azienda Siciliana Trasporti S.p.A. a Socio Unico è nata dalla trasformazione di Ente Pubblico Economico in S.p.A. ed è soggetta alla Direzione e Coordinamento della Regione Siciliana quale Socio Unico, con capitale sociale di euro 2.500.000,00 interamente sottoscritto e versato dalla Regione Siciliana. Va premesso che la nuova azienda nacque già e si portò con sé dalla vecchia società un debito bancario di circa 65 milioni di euro.

L’A S T è una azienda unica ed atipica, in quanto svolge un servizio pubblico sociale, che integra le attività di un settore economico che mira all’economicità ed al profitto e che dovrebbe escludere i servizi non adeguatamente remunerativi ma socialmente indispensabili per permettere a pendolari, studenti e persone disagiate territorialmente di raggiungere mete obbligate o necessarie per una normale sopravvivenza (uffici, scuole, ospedali etc.) e le relative autolinee coprono un’area predeterminata su tutto il territorio regionale.

L’organizzazione aziendale prevede una Direzione Generale, sei sedi secondarie ed ottantuno località operative, con relativi capolinea di servizi, distribuite in tutte le provincie siciliane. Le 6 (sei ) Periferiche di Catania, Messina, Modica, Palermo, Siracusa e Trapani sono dotate di proprie rimesse, officine e uffici amministrativi periferici. Nelle località dove vi sono i capolinea delle corse come punto estremo delle autolinee la Società A S T possiede immobili con caratteristiche industriali e relative aree di parcheggio dove vi sono depositi per il ricovero degli autobus ed officine, nonché uffici tecnici ed amministrativi, per la manutenzione ed i preliminari controlli della funzionalità dei mezzi, per la gestione e vendita dei titoli di viaggio, per la contabilizzazione dei ricavi, per la gestione del personale per gli adempimenti e le procedure in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro, prevenzione incendi e gestione dei rifiuti etc.

Dopo la trasformazione in Spa l’azienda ha avuto notevoli difficoltà nel pareggiare la contabilità a causa di “ autolinee poco produttive e di autobus vetusti “ che hanno comportato un eccessivo consumo di carburante ed un aumento dei costi di manutenzione a causa dei continui guasti che hanno prodotto debiti che avrebbero dovuto essere liquidati dal Socio Unico. E poiché ciò non è avvenuto, l’azienda si è venuta a trovare, nel periodo 2010 – 2015, in una condizione di grave crisi finanziaria che aveva reso difficoltosa perfino la stessa gestione dell’ordinario, con la conseguenza di non riuscire a garantire il regolare svolgimento dei servizi con relative perdite sia di incassi che di corrispettivi, oltre alle denegate conseguenze di natura amministrativa, per inadempienza degli obblighi contrattuali, e di natura penale, per interruzione di pubblico servizio. E, inoltre, come risulta dagli atti aziendali, la situazione economico-patrimoniale della società era la seguente:

  1. Un’esposizione debitoria totale verso il Tesoriere BNL di importo pari ad € 49.347.080,00 con la conseguente saturazione del fido bancario ed impossibilità per l’Azienda di beneficiare di eventuali anticipazioni di credito, per ammortizzare i ritardi dei corrispettivi regionali e comunali, essenziali per garantire la gestione ordinaria delle attività.

  2. Tra l’anno 2011 e l’anno 2015 venivano emessi periodici Comunicati Aziendali a giustificazione dei ritardi con cui venivano erogati gli stipendi dei dipendenti, con consequenziali iscrizioni nelle blacklist da parte delle società finanziarie.

  3. Sempre nello stesso periodo non erano state pagate le tasse di circolazione di tutti i mezzi aziendali;

  4. Notevoli ritardi si registravano inoltre nel pagamento dei TFR dei dipendenti, fermi all’anno 2014.

  5. L’irregolarità del DURC, di circa 5 milioni di euro, ha comportato per la Società l’impossibilità di sottoscrivere le proroghe dei Contratti di Servizio sia con la Regione che con i Comuni, rispettivamente per i servizi extraurbani ed urbani, con l’ulteriore impossibilità ad incassare i relativi contributi sia da parte della Regione che dei Comuni.

  6. A causa della gravosa esposizione debitoria di circa 16 milioni di euro accumulata nei confronti dei fornitori, l’Azienda ha subito numerose procedure esecutive per il recupero forzoso dei crediti con aggravio di oneri (interessi moratori e spese di esecuzione).

  7. Ulteriori e pesanti ritardi si registravano rispetto al pagamento delle ritenute IRPEF dei dipendenti.

  8. L’iscrizione dell’AST S.p.A. nella Centrale Rischi della Banca d’Italia per una somma di quasi 4 milioni di euro ha comportato per la BNL, quale Tesoriere della società, l’onere di garantire tale debito mediante una somma di quasi 6 milioni di euro, in quanto, come previsto dalle normi vigenti, il Tesoriere deve garantire 150% del debito esposto in bilancio.

Tutto ciò spiega perché, a far data dal 2016, considerato che il Socio, nonostante più volte sollecitato, non provvedeva a dotare l’azienda delle risorse necessarie per superare lo stato di crisi, il principale obiettivo della Governace è stato quello di porre in essere tutte le azioni utili per far fronte alle criticità sopra evidenziate al fine di ricondurre in posizione di equilibrio la condizione economico-patrimoniale della società. Per cui, è stato deliberato di acquistare 100 autobus nuovi in leasing da pagare con i proventi di esercizio, di internalizzare le attività officinali mediante ricorso alla somministrazione e di attivare la bigliettazione elettronica. L’adozione dei suddetti provvedimenti ha consentito di attivare una gestione virtuosa che ha permesso di realizzare consistenti risultati economici che hanno contribuito a stabilizzare l’equilibrio economico della società mediante la regolare corresponsione delle retribuzioni, degli oneri riflessi e dei fornitori nonché l’estinzione di gran parte dei debiti pregressi attraverso l’impiego delle stesse risorse ricevute in passato. Inoltre, si è provveduto, anche, ad una ulteriore ottimizzazione delle risorse disponibili mediante una maggiore efficienza nel disimpegno delle attività aziendali ed una migliore efficacia nel raggiungimento dei risultati; consentendo, come risulta dagli atti aziendali, di ridurre l’esposizione debitoria della Società nei confronti dei creditori, a vario titolo, nonostante il Socio Unico abbia, a sua volta, ridotto l’ammontare annuo del contributo di ricapitalizzazione previsto per la Società portandolo da € 24.900.000,00 a € 22.040.000,00. Per far ciò ed al fine di superare la grave situazione finanziaria della Società, la Governace ha proceduto ad un ridimensionamento, laddove si è potuto, delle spese superflue ed ha provveduto a riorganizzare i Settori e gli Uffici in cui si articola l’Amministrazione di AST S.p.A. al fine di impiegare al meglio le risorse professionali interne alla Società ed a ribadire, anche, lo sblocco delle assunzioni e progressioni di carriera, come si evince dalla nota prot. 27/P del 04.02.2021 che si trasmette in allegato.

Pertanto, attraverso tali interventi mirati e per mezzo di una gestione oculata delle risorse disponibili, nonché con l’obiettivo di un ridimensionamento del gruppo (vedi espulsione del socio privato ed acquisizione della Società Jonica Trasporti), la Governace è riuscita, in breve tempo, ovvero tra fine 2018 e Gennaio 2022, e senza alcun intervento finanziario da parte del Socio Unico, ad assicurare, come suddetto, una regolarità retributiva sia nel pagamento degli stipendi e degli oneri riflessi, sia nei confronti dei fornitori, recuperando in primo luogo quella credibilità perduta. Si pensi, tra tutti, all’intervento degli studenti fuori sede nel Natale 2019 chiesto dal Governo Musumeci. Tale situazione ha, anche, consentito di realizzare maggiori economie per la consistente riduzione delle spese e, di conseguenza, si è venuta a determinare una migliore situazione economica come si può constatare dall’esame e raffronto dei bilanci degli esercizi 2015 -2016-2017-2018-2019 presenti sul sito aziendale. Basti evidenziare come nel 2020 anche il debito nei confronti del Tesoriere BNL sia diminuito di circa 10 milioni all’anno. Tali bilanci sono stati sempre vidimati ed approvati dagli organi di controllo interno di AST (Collegio dei Sindaci di cui faceva parte anche l’attuale Presidente del CdA e Revisore contabile) e dalla stessa Regione a seguito di istruttoria.

Purtroppo, nonostante la Direzione Generale dell’A S T avesse stabilito, fin dall’anno 2016, la rimodulazione dei settori e dei servizi per supplire alle gravi carenze di organico soprattutto nelle funzioni apicali, di fatto non è stata mai attuata a causa della vigente normativa ostativa delle assunzioni e delle progressioni di carriera. Infatti il quadro normativo vigente nel periodo 2016 – 2021 e precisamente legge regionale n. 25 del 29.12.2008, art.1, comma 10, prevedeva il totale divieto all’amministrazione regionale ed alle Società Partecipate che usufruiscono di trasferimenti diretti da parte della Regione Siciliana, di procedere ad assunzioni di nuovo personale sia a tempo determinato che indeterminato; il divieto in questione è stato mantenuto con diverse delibere della Giunta Regionale tra cui la n.492 del 30.12.2019 e la n.619 del 31.12.2020 ed inoltre la delibera della Giunta Regionale di Governo n.221 del 30 settembre 2008 vietava alle società partecipate della Regione Siciliana, l’attivazione di procedure interne di progressione di carriera del personale causando dei vuoti in organico nelle posizioni professionali apicali.

In quest’ultimo periodo, invece, a partire cioè da fine 2022, sono stati effettuati degli interventi in controtendenza rispetto al passato che hanno provocato un nuovo stato di crisi che sta mettendo a repentaglio la continuità aziendale e la salvaguardia dei posti di lavoro sia dei dipendenti che degli interinali. Infatti, è stata nuovamente esternalizzata l’attività officinale determinando un notevole aumento del fermo tecnico che ha comportato una consequenziale drastica riduzione del programma di esercizio per mancanza di autobus. Inoltre, sono stati soppressi alcuni servizi urbani come Siracusa dove è subentrata la Sais Autolinee, Acireale dove è subentrata la ditta Zappalà e Torrisi, Ragusa e Modica dove sono in trattativa con la Etna Trasporti. Fra l’altro, il piano industriale che è stato predisposto internamente da AST e solo assemblato dalla KPMG, e che pare sia costato € 80.000, oltre a 470 mila euro per una attività di audit, durata molti mesi e con notevole impiego di personale esterno, sembra di difficile realizzazione in quanto prevedrebbe di compensare l’azzeramento del contributo di ricapitalizzazione di € 21.500.000 con l’aumento del corrispettivo da €.1,14 ad 1,70, che potrebbe realizzare circa €. 6.000.000 e, quindi, ne mancherebbero ancora €.15.500.000 che non potranno essere compensati neppure con l’ipotizzato aumento tariffario tenuto conto della tipologia di servizi sociali che dovrebbe essere affidata ad Ast e, quindi, poco frequentati nonché della riduzione chilometrica da 18,5 milioni a 12 milioni mediante affidamento in “house”, fra l’altro, di dubbia realizzazione. Inoltre, sarebbe previsto il pagamento del 50% del leasing per l’acquisto di 350 autobus per un importo di 18.100.000 in arco piano a carico della società anziché a totale carico della proprietà, cosi come dovrebbe essere. A ciò si aggiunga che ci sarebbero da sostenere anche i costi per gli interventi manutentivi degli autobus di proprietà fino al 2028 che non sono stati quantificati. Infine, l’attuale Governace pare abbia deciso di rinunciare a recuperare ilo comunque svalutare ingenti crediti dovuti dalla Regione.

Pertanto, al fine di consentire il rilancio della Società e la salvaguardia di tutti i livelli occupazionali, aziendali ed interinali, in modo da non disperdere le professionalità acquisite, è necessario renderla più competitiva affidandone la guida ad un management composto da soggetti con competenze specifiche maturate nel settore e, inoltre, dotando l’azienda delle risorse umane e tecniche necessarie. In particolare occorrerebbe sbloccare le assunzioni e le progressioni di carriera in modo da consentire la copertura dei posti vuoti in organico con personale qualificato e provvedere ad internalizzare nuovamente le attività officinali in modo da riparare, in tempi brevi, tutti gli autobus guasti, ed attualmente fermi per mancanza di manutenzione, e provvedere, anche, alla sostituzione graduale di quelli più vecchi e non dell’intero autoparco, come utopicamente previsto dal piano industriale suddetto, considerato che quasi il 50% degli stessi si trova in buone condizioni grazie agli investimenti effettuati in tempi recenti e con i proventi di esercizio. In alternativa, poi, si potrebbe valutare, anche, la possibilità di acquisire un socio privato al 49% con specifiche competenze nel settore al quale affidare la gestione della società. Ne’ può dimenticarsi il pagamento da parte della Regione dei numerosi debiti pregressi, primi tra tutti il rimborso delle tessere anziani dovuto ad AST per legge, e la copertura dei disavanzi di amministrazione ante 2018, più volte formalmente richiesti.

Per le suesposte considerazioni, la scrivente FAISA CISAL, nel superiore interesse della continuità aziendale e a salvaguardia di tutti i livelli occupazionali, invita le SS.LL. Ill.me a voler ripensare il nuovo Piano Industriale che permetta di identificare al meglio il percorso dell’ Azienda Siciliana Trasporti S.p.a. verso mete più ambiziose, anziché, destinarla alla marginalità più assoluta nel contesto del TPL REGIONALE.

Distinti saluti

Dott. Romualdo Moschella”.