Giallo a Favara, individuato il responsabile dell’omicidio di Francesco Simone

Giallo a Favara, individuato il responsabile dell’omicidio di Francesco Simone

FAVARA – Nella mattinata di oggi i militari del comando provinciale di Agrigento hanno dato esecuzione ad una disposizione di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Agrigento.

La Procura della Repubblica ha richiesto l’ordinanza nei confronti del 58enne Stefano Nobile, residente a Favara.

Il malvivente è indagato per omicidio, detenzione illegale di armi e ricettazione di una pistola a canna corta.

L’accusa di omicidio: le indagini dei militari

Il Nucleo Investigativo del comando provinciale di Agrigento la Procura della Repubblica di Agrigento hanno coordinato le indagini. Queste hanno consentito di raccogliere gravi e concordanti indizi di colpevolezza nei confronti dell’uomo.

Il 58enne di Favara è ritenuto essere, allo stato delle indagini, l’esecutore materiale dell’omicidio di Francesco Simone, avvenuto lo scorso 7 dicembre in una campagna di Favara.

L’assassino ha colto la vittima, 69enne, di sorpresa mentre stava lavorando il terreno della propria abitazione rurale. Il malcapitato sarebbe attinto da numerosi colpi di arma da fuoco in diverse parti del corpo, che ne hanno causato la morte.

Le dinamiche dell’assassinio

Le attività di indagine hanno consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico di Stefano Nobile. Inoltre, è stato possibile accertare l’attualità delle esigenze cautelari nei confronti del predetto.

Il movente dell’omicidio si inquadra nell’ambito di un preesistente conflittuale rapporto tra vicini, riguardante la gestione e l’uso di una strada e di un cancello che consentono l’ingresso alle rispettive abitazioni rurali.

Scattano le manette

Nel corso delle operazioni che hanno consentito all’arresto del malvivente, i carabinieri hanno eseguito perquisizioni personali e domiciliari finalizzate alla ricerca di ulteriori fonti di prova.

Ultimate le formalità di rito, l’arrestato è stato trasferito al carcere di Agrigento, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.