CASTELDACCIA – L’arcivescovo di Monreale, Gualtiero Isacchi, ha espresso profondo dolore durante gli ultimi riti per Ignazio Giordano, una delle vittime della tragica perdita di vite sul luogo di lavoro a Casteldaccia.
Le parole dell’arcivescovo di Monreale
“Lo sappiamo, la morte – dice l’arcivescovo – fa parte dell’esperienza di vita terrena, ma ciò non ci consola: il modo in cui Ignazio ha lasciato i suoi affetti più cari, il modo in cui ha perso la vita, è profondamente ingiusto. morire sul lavoro è un segno preoccupante che dice di una società fragile, nella quale non c’è lavoro per tutti e quando c’è, spesso non è dignitoso, è sottopagato, non è rispettoso della dignità umana; è un lavoro che dimentica la persona e ha come unico orizzonte i suoi obiettivi e il guadagno“.
La sua morte, come quella di altri, mette in evidenza le gravi problematiche di una società che non offre lavoro dignitoso per tutti, lasciando spesso i lavoratori esposti a pericoli ingiustificati.
La presenza di numerosi fedeli, compresa la famiglia di Giordano, testimonia il grande affetto e rispetto per la vita perduta in questa tragedia.
I sindaci dei Comuni circostanti erano anche presenti, sottolineando l’importanza di affrontare questa emergenza sociale.
Le dichiarazioni finali dell’arcivescovo
“se ancora oggi si muore di lavoro con una frequenza impressionante, significa che qualcosa non va. Le chiamano morti bianche, ma rappresentano la sconfitta di questa nostra società, la sconfitta di tutti noi – ha proseguito l’arcivescovo – Spesso ci vengono riproposti i numeri impressionanti delle morti bianche che aumenta di giorno in giorno: non sono numeri, sono uomini e donne e qualche volta minori traditi da quel lavoro nel quale riponevano speranza. Non distraiamoci da questa emergenza“.
Fonte foto Ansa