“L’orizzonte della notte” di Gianrico Carofiglio

“L’orizzonte della notte” di Gianrico Carofiglio

Lo scrittore ex magistrato aggiorna l’agenda degli appuntamenti con la recente pubblicazione del romanzo-giallo “L’orizzonte della notte, in libreria dallo scorso 20 febbraio (Einaudi).

Una pausa di cinque anni ha concesso ai lettori una generosa quantità di tempo prima della lettura del futuro narrativo di Gianrico Carofiglio.

La vena poliedrica dello scrittore pugliese ritorna sulle orme dell’avvocato Guido Guerrieri, definito dal TimesUn personaggio meravigliosamente convincente“. L’ultima vicenda investigativa dell’eroe in giro di ricognizione nelle notti della città di Bari, investe il settimo romanzo della serie costituita da quattro romanzi pubblicati da Sellerio e tre da Einaudi.

L’incontro tra una voce e una croce scorre a righe alterne come una strada a doppia corsia in cui il coraggio transita nei giorni dispari ben riparato da un possibile inganno. L’indagine è apparecchiata sulla scrivania dell’avvocato colto nel momento del disordine interiore.

La sera del 12 aprile l’amico Ottavio compone il suo numero di telefono. Ha bisogno di Guido avvocato, dell’amico che ama passare le notti insonni all’Osteria del Caffellatte aperta dalle 10 di sera alle 6 del mattino, porto sicuro per le anime in balia di onde minacciose quanto l’inverno del cuore.

Il libraio Ottavio trattiene nella sua libreria la sua amica Elvira Castell, una bellissima donna titolare di una società di informatica da lei fondata che vive in un palazzo liberty nella parte bene di Bari, una donna che ha però ucciso a colpi di pistola un uomo, Giovanni Petacci, ex compagno della sorella gemella Elena, morta suicida pochi giorni prima dopo anni di abusi.

Sarà difficile accertare se si è trattato di un omicidio premeditato o legittima difesa, davanti a una tale intricata vicenda l’attività giudiziaria e processuale dovrà dare un’equa sentenza.

La Corte è riunita in Camera di Consiglio.



Il caso giudiziario affianca l’indagine psicoanalitica che il 57enne avvocato Guerrieri ha intrapreso nello studio del dottor Carnelutti, psicoanalista di scuola junghiana. Le sedute si sono alternate alle udienze in tribunale e, seguendo un itinerario parallelo, le vicende personali della donna hanno fatto la spola realizzando un’assurda parentela con la poltrona testimone delle elucubrazioni mentali dell’avvocato Guerrieri. È indubbio che la sua professione sia stata fedele corriere della ricerca della verità poi sgorgata sul podio del successo. Dietro il vessillo della vittoria si nasconde un profondo tormento dovuto a degli addii imposti dai malesseri della vita. Una catena di eventi espulsi da chissà quale calendario a lui nemico ha prescritto ogni prova di legittima difesa nei confronti di una crisi esistenziale seriale.

Tutto era ancora buio e nel flusso di pensieri ingovernabili che mi attraversavano la mente per sparire veloci com’erano arrivati, uno fu meno fugace degli altri. Pensai che non si distingueva l’orizzonte. Nulla di strano, a dire il vero. L’orizzonte è la linea apparente che separa la terra dal cielo, che divide le direzioni percettibili in due categorie, quelle che intersecano la superficie terrestre e quelle che non la intersecano. Di notte l’orizzonte non si vede. Quindi non esiste? Perché è una linea apparente, appunto. Esiste solo se lo vediamo“.

Il suo futuro è seriamente minacciato dai fallimenti nei confronti dell’universo femminile: la fine della relazione con Annapaola, una mail d’addio di Margherita,”leggerai queste parole quando io non ci sarò più“, il rapporto con l’ex moglie Sara dalla quale ha spezzato l’abbraccio dopo 20 anni di vita insieme.

Nello studio del dottor Carnelutti l’avvocato Gurrieri si spoglia della maschera fattiva di uso e abuso in direzione di un vicolo cieco. L’ombra fin troppo loquace scorre le pagine di un album corrotto dai ricordi indifferenti alla pietà che hanno poi manipolato le sue azioni. Adesso lo sguardo all’indietro impegna l’assuefazione a quella porzione di vita andata a male. La lettura dei sensi di colpa accelera il pensiero della morte, il cui progetto è impedire la ripetizione dell’errore dopo la conquista della razionalità.

Il modo in cui ricordiamo può anche essere influenzato dalla nostra tendenza a costruire narrazioni coerenti. Quando rammentiamo un evento, se abbiamo questa inclinazione, lo riorganizziamo mentalmente, anzi riorganizziamo mentalmente le informazioni per fornire anche solo a noi stessi una storia coerente“.

Quanti di quei pensieri missionari di un nuovo orizzonte hanno alleggerito la pena di un travaglio interiore? Guido, l’uomo maturo, si siede per ascoltare ciò che sente incancrenire su istigazione della sorte, mentre le felicità scelgono meritevoli orizzonti. Guido, avvolto nella notte regina del non colore, diventa cavia della non vita vissuta oltre ogni ragionevole dubbio.

Le profonde riflessioni del protagonista sfidano i tempi del processo ormai concluso. La sentenza scioglie il connubio del singolo destino con l’orizzonte disorientato, ma paziente nella poltrona di pelle di uno psicoanalista. Adesso le rispettive identità in crisi possono allentare il filo sottile che le ha unite senza avere coscienza l’una dell’altro.

sara

Fonte foto Pinterest