CEFALÙ – I carabinieri della Compagnia di Cefalù hanno messo in atto un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Termini Imerese, su richiesta della Procura della Repubblica. Cinque persone sono state coinvolte nel provvedimento: una agli arresti domiciliari e quattro soggette a misure interdittive che precludono la possibilità di esercitare attività professionali o imprenditoriali nel settore dell’istruzione per 12 mesi. Gli indagati sono accusati di estorsione e sfruttamento del lavoro.
L’inchiesta su una cooperativa all’interno di scuole
L’inchiesta ha delineato un grave quadro di accuse contro gli amministratori e i gestori di una cooperativa che opera in due istituti scolastici paritari a Cefalù e Termini Imerese. Secondo le indagini, iniziate nel gennaio 2023 sotto la direzione della Procura di Termini Imerese, gli indagati avrebbero forzato i docenti e il personale ATA (amministrativo, tecnico e ausiliario) a lavorare in condizioni di sfruttamento.
Questi ultimi, spinti dalla necessità di ottenere punteggi per le graduatorie pubbliche o dalla crisi economica, avrebbero lavorato in modo sproporzionato rispetto alle normative di contrattazione nazionale, talvolta anche gratuitamente, restituendo poi la retribuzione formalmente percepita.
Il sistema criminoso avrebbe coinvolto 118 dipendenti della cooperativa, con l’obiettivo di mantenere bassi i costi di gestione e massimizzare i profitti. Nel corso delle indagini, sono stati anche sequestrati 65.300 euro in contanti, trovati nelle abitazioni degli accusati e all’interno degli istituti, talvolta custoditi in buste con i nominativi del personale.