SICILIA – È di 60 migranti morti il bilancio relativo al gommone partito dalla Libia con destinazione Italia. Lo hanno raccontato i 25 sopravvissuti, riferendo la loro esperienza all’equipaggio della Ocean Viking, la nave di Sos Mediterranee che ieri li ha soccorsi in mare.
Nuova tragedia del mare
“I sopravvissuti sono partiti da Zawiya, in Libia, sette giorni prima di essere salvati“, ha comunicato la Ong in un tweet.
“Il motore si è rotto dopo 3 giorni, lasciando la barca alla deriva senza acqua e cibo. I sopravvissuti – si legge ancora – dicono che almeno 60 persone sono morte durante il viaggio, tra cui donne e almeno un bambino“.
Per due dei 25 sopravvissuti è risultata necessaria l’evacuazione da parte della Guardia Costiera. Nel corso della notte sono stati trasportati in ospedale in Sicilia, precisamente ad Agrigento e a Palermo.
Pare che i due siano svenuti a bordo della nave. Alla luce delle difficoltà del personale medico a bordo nel rianimarli, è scattata la procedura di evacuazione medica.
Corte europea, “no” alla procedura urgente sul decreto Cutro
La Corte di giustizia europea ha respinto la domanda pregiudiziale d’urgenza avanzata dalla Corte di Cassazione sull’applicazione del decreto Cutro. La decisione, che risale al 26 febbraio scorso, è stata comunicata dall’avvocato Rosa Emanuela Lo Faro, che rappresenta i migranti trattenuti a Pozzallo.
Il caso davanti alla Corte europea sarà trattato con la procedura ordinaria: “Adesso – ha affermato l’avvocato – ho due mesi di tempo per presentare una memoria e poi i giudici fisseranno la data dell’udienza“.
Migranti, le conseguenze sul protocollo Italia-Albania
“Dalla Corte di giustizia europea ho ricevuto soltanto la comunicazione sintetica che non è stata approvata la procedura d’urgenza, ma non ne conosco le motivazione“. Lo ha precisato l’avvocato Rosa Emanuela Lo Faro sul “no” della Corte di giustizia europea.
“Ritengo probabile che i giudici hanno ritenuto non sussistere l’urgenza perché i destinatari del provvedimento sono liberi“. Ha poi aggiunto: “La palla è stata rimessa al centro e la decisione credo impatti anche sul protocollo siglato tra Italia e Albania che prevede vengano applicate le procedure accelerate di frontiera, compresa la cauzione da 5.000 euro“.