Giuseppe Germano si ricandiderà a Solarino

Giuseppe Germano si ricandiderà a Solarino

SOLARINO – Alle prossime elezioni mancano oltre tre anni, ma le idee sono già chiare. Il sindaco di Solarino Giuseppe Germano si ricandiderà alle prossime comunali.

Germano è attualmente amministratore pro tempore del Comune solarinese, dopo il decadimento del consiglio comunale ufficializzato con decreto regionale esattamente un mese fa.

Sei consiglieri vicini allo stesso sindaco hanno dato le dimissioni a dicembre del 2023, facendo venire meno il numero legale in Consiglio comunale. In Sicilia, a differenze che nelle altre regioni, l’amministrazione resta in carica se il consiglio si scioglie.

Giuseppe Germano: “La mia un’eccezione”

Quella operata dall’attuale sindaco pro tempore di Solarino è un’operazione politica che per sua stessa ammissione “è un’eccezione e non può essere una regola.

I miei consiglieri hanno sacrificato il loro ruolo politico per garantire l’attività dell’amministrazione, perché c’era in atto una manovra a livello regionale, orchestrata sul territorio da qualche piccolo politico locale, per cambiare la norma attualmente in vigore che permettere lo scioglimento del Consiglio per la mancata approvazione del bilancio di previsione o per la dimissione dei consiglieri”.



Dopo un anno e mezzo Germano “ha staccato la spina” al civico consesso, restando in carica solo con gli assessori. Nel frattempo la regione ha nominato il commissario straordinario Pio Guida in sostituzione del Consiglio decaduto.

Il decadimento del Consiglio aveva disorientato la città

Le dimissioni dei sei consiglieri che hanno portato allo scioglimento del consiglio hanno disorientato i solarinesi.

Ho dovuto spiegare di non essere stato abbandonato da chi mi appoggiava, ma di aver scelto quel che è accaduto”, ha spiegato Giuseppe Germano, che poi ha aggiunto, “qualcuno ha chiamato il paese ‘il Sultanato di Solarino’, qualcuno mi chiama ‘podestà’. Ma la verità è che non avevo nessuna intenzione di sciogliere il Consiglio comunale perché nella mia carriera politica sono stato tre volte consigliere comunale. Mi sono presentato però per governare e alle ultime elezioni era concesso il voto disgiunto. Si poteva votare me e non i miei consiglieri. Oggi sono legittimato dal voto popolare. Tra tre anni e tre mesi mi ricandido, l’ho sempre detto, perché il lavoro va completato. Sarà la città a dire se ho lavorato bene o male, ma era giusto farmi lavorare. Le condizioni con cui ci confrontavamo erano solo finalizzate all’ostruzionismo o a mandarmi casa”.

Articolo a cura di Chiara Borzì