Il calcio italiano è in fermento, con la Lega Serie A e la FIGC che si trovano ad affrontare una serie di sfide e proposte di riforma che pongono in primo piano la necessità di un cambiamento nel sistema calcistico nazionale. Come al solito, i due fronti distinti sono rappresentati dal presidente della Lega Serie A, Lorenzo Casini, e dal presidente della Figc, Gabriele Gravina.
Tutti sono d’accordo sul fatto che sia necessario proporre un cambiamento, sia in termini economici che logistici ed organizzativi.
- La riforma economica nel calcio italiano: i temi caldi
Il primo punto cruciale da cui partire è la necessità di garantire la sostenibilità economica dei club, con l’obiettivo di far rientrare tutte le società nei criteri di sostenibilità entro la stagione 2029/30. Questo richiederà un impegno collettivo da parte di tutti i protagonisti coinvolti nel calcio italiano – dalle squadre ai campionati professionistici, fino alla stessa Figc.
I dati d’altronde evidenziano la necessità di interventi mirati e rigorosi per garantire la stabilità finanziaria del sistema calcistico italiano. Ecco quindi le principali proposte in discussione per risolvere la questione economica:
- Criteri di iscrizione più stringenti. Definire criteri di partecipazione più rigorosi allineati alle normative UEFA, considerando sia lo storico che le prospettive finanziarie delle società;
- Requisiti infrastrutturali. Rafforzare e irrigidire i requisiti infrastrutturali di base, in particolare gli stadi, per garantire standard adeguati;
- Controllo permanente. Potenziare la struttura di controllo permanente aumentando la frequenza e l’intensità dei controlli, così da prevenire eventuali criticità finanziarie;
- Indicatori di sostenibilità. L’utilizzo di indicatori finanziari, come l’indice di liquidità e il rapporto stipendi/ricavi, per limitare le operazioni nel calciomercato e garantire la sostenibilità finanziaria delle società.
- Che riforme servono in Italia? Le proposte della Lega Serie A alla Figc
Risolta la questione economica, il primo aspetto che verrà trattato nella prossima Assemblea Generale è il desiderio della Lega Serie A di ottenere maggiore autonomia decisionale, data l’importanza economica e l’influenza che lo stesso campionato ha sul sistema calcistico italiano. Attualmente, la Serie A contribuisce all’85% dei ricavi totali del calcio italiano, ma ha una rappresentanza limitata nel Consiglio Federale della Figc; questa disparità è vista come un’ingiustizia da parte della Lega, che vuole riequilibrare il proprio peso decisionale.
In questo senso, una delle proposte su cui si sta discutendo è quella di seguire il modello della Premier League, la quale si è distaccata dalla federazione inglese per ottenere maggiore autonomia. Da qui poi partirebbero di conseguenza una serie di riforme: dall’indipendenza degli arbitri all’implementazione di un “salary cap” per limitare gli stipendi dei giocatori, fino alla revisione della Legge Melandri sui diritti televisivi.
Un’altra proposta significativa è la riduzione del numero di squadre nella Serie A da 20 a 18, con l’obiettivo di alleviare la fatica dei giocatori dovuta a calendari sempre più fitti. Le proposte, che andranno a toccare anche il mondo del calcioscommesse e quindi anche tutti i pronostici oggi vincenti, sono però variegate e spesso in contrasto fra loro. Questa proposta, per esempio, è stata accolta con scetticismo da alcuni club medio-piccoli, che temono di essere esclusi dalla competizione. Se però il massimo campionato italiano verrà difficilmente ritoccato, per quanto riguarda la Serie B e C c’è qualche speranza in più: Gravina ha infatti proposto di modificare il sistema delle retrocessioni, nel tentativo di trovare un compromesso tra le varie parti interessate.
Tuttavia, il dibattito su queste riforme è ancora in corso e si prevede che continuerà nelle prossime assemblee generali. È quindi evidente come ci siano molte questioni da affrontare e che il dialogo tra le varie parti interessate sarà fondamentale per garantire il successo di questo processo. Solo attraverso un impegno comune e una visione condivisa per il futuro del calcio italiano sarà possibile realizzare le riforme necessarie per assicurare un futuro sano e prospero per il primo sport nazionale.