Se il poker può sostenere l’economia internazionale

Se il poker può sostenere l’economia internazionale

A dicembre 2023 il Consiglio dei ministri ha approvato un nuovo decreto legislativo in materia di gare dei giochi a distanza. In pratica, sono terminate le proroghe dei giochi online ed è stato predisposto un contesto all’interno del quale era possibile definire l’intero sistema e bandire le nuove gare.

Ciò vuol dire che il decreto ha introdotto il riordino del settore dei giochi, a partire da quelli a distanza (ossia il gioco online), sottoposto al parere delle Commissioni Finanze di Camere e Senato, in modo da regolamentare a livello nazionale la disciplina dei giochi pubblici ammessi in Italia. Da questo riordino sono esclusi i giochi a rete fisica e le case da gioco.

Rimane confermato il fatto che le tipologie di giochi pubblici a distanza con vincite in denaro, fra cui rientrano i “giochi di abilità, inclusi i giochi di carte in modalità torneo ed in modalità diversa dal torneo”, sono quelli che hanno ottenuto la concessione rilasciata dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli all’esito di gara pubblica, concessione che ha una durata massima di 9 anni.

Inoltre, il testo del decreto per il riordino del gioco online non tralascia i princìpi che regolano il gioco pubblico, e cioè la tutela dei minori, la cura e prevenzione delle ludopatie, il contrasto del gioco illegale, la tutela dell’affidamento nei rapporti tra Stato e concessionario, l’utilizzo della pubblicità funzionale alla diffusione del gioco sicuro e responsabile.

Decreto riordino giochi online

In questo contesto, sarà compito del Governo quello di adeguare con un regolamento specifico la disciplina del poker online, ancor prima dell’indizione del bando di gara dei giochi a distanza. Lo scopo di questo regolamento è di introdurre la liquidità internazionale globale del poker per valorizzare e ampliare la platea degli operatori interessati alle concessioni, in modo da allineare gli standard internazionali e mantenere il gettito erariale del poker, anche come misura di contrasto al gioco illegale.



Allo stato attuale, vige infatti un divieto per i giocatori italiani di giocare con giocatori stranieri non residenti in Italia, una scelta politica che ha radici molto antiche, ossia che risale ai tempi in cui agli utenti è stato consentito di praticare il gioco del poker online in Italia.

Ma in questo lungo periodo, che doveva essere soltanto di natura transitoria, le quote di mercato del poker online sono state erose e a trarne vantaggio sono stati i giochi da casinò (roulette, blackjack, slot machines). Queste tipologie di giochi sono dominate dalla casualità, dalla fortuna, per cui è molto più frequente che i giocatori che li praticano cadano nel vortice della ludopatia. Il poker, invece, è un gioco di abilità, di pratica e strategia, motivo per cui i ludopatici sono decisamente un fenomeno ristretto.

Il poker come sostegno all’economia internazionale?

Dopo aver riassunto il punto della situazione, c’è da chiedere quale sia il ruolo del poker e dei giochi da casinò proposti da operatori online come 22 bet scommesse, all’interno dell’economia internazionale.

Gli operatori del settore chiedono di introdurre la liquidità internazionale nel poker, e già nel 2017 era stato sottoscritto un accordo che permetteva all’Italia, insieme a Spagna, Portogallo e Francia, di aderire a un bacino di liquidità condivisa. Questo accordo, però, non venne attuato, e con il senno di poi fu una mossa positiva: alcune analisi economiche, infatti, vedevano il mercato creato da questa liquidità a quattro controproducente per gli interessi dell’Italia, oltre ad essere insufficiente a garantire la competitività del prodotto e un aumento del gettito.

In conclusione, se il mercato del gioco online in Italia venisse aperto ad una liquidità internazionale, anche il gioco del poker online ne guadagnerebbe in termini di rilancio, perché verrebbe data la possibilità ai giocatori italiani di partecipare ai tornei internazionali. Questo si tradurrebbe in maggiori entrate per l’intera economia internazionale, stimate in circa 20 milioni di euro all’anno.