Ritrovata e restituita l’attrezzatura per la ricerca scientifica rubata nei padiglioni dell’Università di Palermo

Ritrovata e restituita l’attrezzatura per la ricerca scientifica rubata nei padiglioni dell’Università di Palermo

PALERMO – La Polizia di Stato, nel giro di poche ore, ha risolto il caso di un ingente furto che, se rimasto insoluto, avrebbe arrecato un grave danno ad una ditta consorziata con l’Università di Palermo, privando anche quest’ultima di importanti strumenti di ricerca scientifica.

Il furto al viale delle Scienze

Intorno alle 18,30 dello scorso martedì è giunto il lieto fine del furto avvenuto in mattinata all’interno di uno dei padiglioni universitari, dove era stata sottratta preziosa strumentazione legata alla ricerca scientifica e, nello specifico, alla possibilità di effettuare rilievi batimetrici.

Alla felice conclusione di quella che si è rivelata una vera e propria indagine lampo si è giunti grazie alla collaborazione tra Polizia di Stato e personale della Sicuritalia, preposto alla vigilanza interna all’area universitaria.

Intorno alle 18, colui che a seguito delle visioni delle telecamere a circuito chiuso era stata plausibilmente riconosciuto come l’autore del furto mattutino, era stato notato tornare ad aggirarsi tra i padiglioni di viale delle Scienze, non distante dai locali in precedenza depredati. Inseguito e raggiunto da personale della vigilanza privata, aveva opposto resistenza, spintonando le
Guardie Particolari Giurate.

Veniva infine bloccato dai poliziotti, nel frattempo giunti in viale delle Scienze, che, a questo punto, avviavano una laboriosa ed efficace attività, tesa a conoscere il luogo e le persone a cui la refurtiva fosse stata destinata. Seguendo rapidamente gli elementi indiziari raccolti, i poliziotti riuscivano a dare una identità al ricettatore e geolocalizzare il luogo della refurtiva, un garage nei pressi di una struttura ospedaliera cittadina.

Il materiale rubato

Nel giro di pochi minuti, gli agenti bussavano alle porte di quel garage e ne incalzavano il custode, ritrovavano così:

  • console di controllo, necessaria a gestire i veicoli subacquei per l’osservazione dei fondali marini;
  • due sistemi di posizionamento satellitare;
  • ecoscandaglio cartografico;
  • vhf;
  • chiavette usb contenenti dati riservati e programmi per la gestione di strumenti acustici ad alta risoluzione;

Il valore stimato, approssimativo, della refurtiva sfiora i 60mila euro.

Da verificare se ladro e ricettatori avessero chiaro il valore della merce sottratta, certo è che alta sarebbe stata l’entità del danno inferto a privati ed alla ricerca scientifica.

Il primo fermato è stato denunciato per furto aggravato e resistenza a Pubblico Ufficiale, il secondo per ricettazione.

Giova precisare che gli odierni indagati, sono, allo stato, indiziati in merito ai reati contestati e che la loro posizione sarà definitiva solo dopo l’emissione di una, eventuale, sentenza passata in giudicato, in ossequio al principio costituzionale della presunzione di innocenza.