Naufragio a Lampedusa, si cercano ancora i dispersi

Naufragio a Lampedusa, si cercano ancora i dispersi

LAMPEDUSA – In una significativa operazione coordinata, 350 migranti verranno trasferiti oggi da Lampedusa, riducendo il numero di ospiti dell’hotspot locale da 500 a 150. La prefettura di Agrigento, in accordo con il Viminale, ha organizzato il trasferimento, che vedrà i migranti partire in due gruppi: 180 in mattinata con il traghetto di linea verso Porto Empedocle e 170 nel pomeriggio tramite un volo dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM).

Questo trasferimento arriva dopo una giornata intensa per l’isola, la maggiore delle Pelagie, che ha registrato ieri quattro sbarchi. Tra questi, spicca il salvataggio di 49 naufraghi da parte della guardia costiera, dopo l’affondamento di un barchino di 8 metri in metallo. Nonostante il successo delle operazioni di soccorso, continuano le ricerche di eventuali superstiti nell’area del naufragio.

Il naufragio di ieri

Il barchino affondato, partito da El Amra alle 21 di martedì, trasportava migranti di varie nazionalità, tra cui bengalesi, ivoriani, guineani e senegalesi, ognuno dei quali aveva pagato 2 mila dinari tunisini per il pericoloso viaggio verso Lampedusa. Alcuni migranti hanno riferito di persone disperse, sebbene le dichiarazioni siano al momento contrastanti e il numero esatto sia incerto.



In un episodio separato, un barcone con 72 migranti a bordo, proveniente da Zuara in Libia, è stato soccorso dopo essere stato lasciato alla deriva. I passeggeri, provenienti da diverse nazionalità tra cui egiziani, eritrei, pakistani, siriani e sudanesi, hanno dichiarato di aver pagato 16mila dinari libici per il viaggio, navigando verso le Pelagie con l’ausilio di bussola e applicazioni per cellulari.

Questi eventi sottolineano la continua crisi migratoria nel Mediterraneo, mettendo in luce le pericolose traversate che molti intraprendono nella speranza di una vita migliore, nonché l’importante lavoro di soccorso e assistenza svolto dalle autorità italiane e dalle organizzazioni internazionali.