ACIREALE – Ieri, 31 gennaio, al Liceo “Regina Elena”, si è svolto l’incontro con Emanuele Locatelli, divulgatore della storia delle “AQUILE RANDAGIE, gli scout che si ribellarono al fascismo”. Nell’evento sono state coinvolte 8 classi del Liceo, nonché le ragazze e i ragazzi scout dell’Istituto.
In apertura la prof.ssa Lucrezia Leonardi, citando un testo del fondatore dello scoutismo Baden Powell sul “guardare lontano”, ha invitato le ragazze e i ragazzi a una riflessione non solo sullo scoutismo in sé, ma anche e soprattutto sul modo tipico degli scout di vivere e affrontare il mondo. La partecipazione delle classi è stata favorita dalle docenti Agata Arcidiacono, Francesca Giuffrida e Ornella Bonarrigo, che hanno contribuito attivamente alla realizzazione dell’evento e che continueranno a parlare di Aquile Randagie approfondendone gli aspetti storici.
L’incontro, reso possibile dalla disponibilità del Dirigente scolastico, prof. Sebastiano Raciti, sempre aperto a proposte che abbiano dietro riflessioni importanti per la crescita degli studenti, ha visto come relatore Emanuele Locatelli divulgatore della storia delle “AQUILE RANDAGIE”. Emanuele Locatelli, 50 anni, sposato, padre di un figlio, abita a Cinisello Balsamo, si occupa di grafica, comunicazione e marketing per un’azienda metalmeccanica. Ha fatto il suo percorso scout nel gruppo di Cinisello Balsamo dove è stato capo per 8 anni. Dal 2002 presta servizio presso le basi scout della Val Codera e organizza periodicamente gli ARtour in tutte le regioni d’Italia gratuitamente, per far sì che la storia delle Aquile Randagie non venga dimenticata.
Il racconto di Locatelli ha avuto inizio con un’approfondita e inedita illustrazione storica del periodo fascista, per proseguire intervallando video, interviste di testimoni e foto a una narrazione talmente minuziosa e ricca di particolari da catapultare l’uditorio direttamente dentro gli eventi. Ne è risultato un quadro che denota profonda e accurata conoscenza storica e che rappresenta un vero tesoro da custodire. L’incontro ha lasciato le ragazze e i ragazzi incuriositi e sicuramente non privi di domande, anche se forse quella più incisiva è stata l’ultima, suggerita dallo stesso Locatelli: “Ma noi?” Da questo interrogativo, infatti, il relatore ha preso le mosse per avviare un parallelismo fra gli idoli del fascismo e quelli attuali, spesso frutto dell’azione di condizionamento operata dai social, i quali spingono a ritenere necessari, anzi indispensabili (e quindi ad idolatrare), oggetti e status che, mentre sembrano creare distinzione ed “unicità”, in realtà standardizzano.
Per utilizzare le parole che furono di Baden Powell, l’incontro con Emanuele Locatelli, benché di breve durata, ha lasciato in alunne, alunni e docenti una “traccia” ben visibile che altri potranno seguire.