Giorno della memoria, la storia de “Il violino della Shoah”

Giorno della memoria, la storia de “Il violino della Shoah”

MONDO – Il cosiddetto violino della Shoah è uno strumento musicale fabbricato dal liutaio Collin Mezin e venduto a Torino a Edgardo Levy, che lo acquistò per donarlo alla figlia Eva Maria poco prima del 1938.

Il violino è conosciuto per essere uno strumento della Shoah, in quanto è stato portato ad Auschwitz e qui fu tra quelli utilizzati nell’orchestra del campo.

La storia della famiglia Levy

La famiglia di Edgardo Levy, residente a Verona prima di trasferirsi a Torino, è composta da Edgardo Levy, il padre, Egle Segré, la madre nata a Messina, e i loro due figli, Eva Maria ed Enzo nati a Verona.

Dopo l’emanazione delle leggi razziali la famiglia decide di fuggire in Svizzera, nel 1943, in attesa del momento giusto per fuggire in Svizzera, la famiglia Levy si sposta da Torino a Tradate per essere temporaneamente ospitata a Villa Truffini dalla famiglia Sternfeld.

L’arresto e la deportazione al campo di concentramento

Qui la loro presenza è stata denunciata e il 12 novembre 1943, la madre e i due figli vengono arrestati a Villa Truffini e portati nel carcere di San Vittore a Milano, mentre il padre Edgardo sfugge alla cattura perché avvertito in tempo dalla propria segretaria.

Il 6 dicembre del 1943 dal Binario 21 della Stazione Centrale di Milano parte il primo convoglio carico di Ebrei destinato al campo di Birkenau sul quale sono anche i tre membri della famiglia Levy.

Una volta giunti in Polonia, i tre affrontano destini diversi: Enzo viene trasferito a Campo di lavoro di Monowitz, sottocampo di Auschwitz, la madre viene mandata nelle camere a gas all’arrivo e Eva Maria, porta con sé il suo violino, viene messa a suonare con altri detenuti nell’orchestra del campo di Auschwitz-Birkenau per il diletto dei guardiani.

Mentre è al campo, Eva riceve dal fratello un biglietto in cui aveva disegnato a mano libera un rigo musicale e sopra aveva scritto in tedesco “Der Musik macht frei, “la musica rende liberi“.

Eva decide di nascondere il biglietto all’interno della cassa del violino.

La fine del violino

In seguito a un incidente che rende il violino inutilizzabile, con conseguente cacciata dall’orchestra, Eva non riuscirà a sopravvivere alle dure condizioni di vita imposte dal lager e morirà il 6 giugno del 1944.

Alla liberazione del campo Enzo, recupera il violino, miracolosamente ancora conservato in un magazzino sebbene inutilizzabile e lo porta con sé a Torino dove lo consegna a un restauratore senza però mai tornare a riprenderlo perché Enzo morirà suicida nel Natale del 1958.

Carlo Alberto Carutti, collezionista di strumenti musicali d’epoca, trova il violino presso un antiquario di Torino nel 2014.

Carutti comprende che si tratta di un Collin-Mezin e decide di acquistarlo, scoprendo solo in seguito tutta la storia dello strumento e rinvenendo al suo interno il cartiglio che Enzo aveva mandato alla sorella.

Oggi il violino è conservato nelle “Stanze per la Musica” del Museo civico Ala Ponzone di Cremona, dal quale viene fatto uscire periodicamente per concerti autorizzati dalla proprietà.

 

Articolo a cura di Agata Gamuzza