Mario Ciancio, dalla “genesi” all’epilogo di uno dei processi più discussi degli ultimi tempi

Mario Ciancio, dalla “genesi” all’epilogo di uno dei processi più discussi degli ultimi tempi

CATANIA – Giunge ai titoli di coda il processo che per più di sei anni ha visto protagonista Mario Ciancio Sanfilippo.

È con la sentenza emessa oggi dalla prima sezione penale del Tribunale di Catania che si mette un punto definitivo a uno degli iter giudiziari più discussi degli ultimi tempi.

Ripercorriamo le tappe principali che hanno portato all’assoluzione dell’imprenditore ed editore catanese.

La “genesi” del processo

Il processo ha avuto inizio nel 2017, dopo che Mario Ciancio era stato accusato di concorso esterno e associazione mafiosa.

La Procura riteneva che avesse legami con i vertici di Cosa Nostra e che ci fossero gravi indizi di colpevolezza a suo carico. Non a caso aveva chiesto una condanna a 12 anni di reclusione.



Data la sua complessa posizione giudiziaria, l’imprenditore Ciancio aveva dovuto fare i conti il sequestro e la confisca dei suoi beni. Il provvedimento risale al 24 settembre del 2018.

La restituzione dei beni

La situazione era cambiata il 24 marzo 2020 quando la Corte d’Appello ha disposto il dissequestro, confermato poi a gennaio 2021.

La restituzione dei beni è stata presa dalla quinta sezione della Cassazione, che ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato dalla Procura etnea contro il dissequestro.

Il valore dei beni restituiti all’editore ammonta a circa 150 milioni: sono considerate nella stima anche le società che controllano il quotidiano La Sicilia e le emittenti televisive Antenna Sicilia e Telecolor.

I titoli di coda