A Terni di scena il Palermo irresoluto delle ultime partite

A Terni di scena il Palermo irresoluto delle ultime partite

PALERMO – Se il Palermo è quello che ha pareggiato ieri pomeriggio contro la Ternana, qualunque aspirazione di promozione in Serie A, diretta o dopo i play-off, non ha motivo di esistere.

Al Palermo noioso, sotto ritmo, senza fluidità di gioco delle ultime sei partite, nelle quali i rosanero hanno raccolto solo cinque punti, si è aggiunto il Palermo che ha perso la solidità difensiva di inizio campionato. Il gol del pareggio della Ternana, ad opera di Casasola al 18° minuto della ripresa, ha evidenziato l’assoluta incapacità dei difensori rosa di chiudere i varchi con l’intesa che deve scaturire da schemi di gioco difensivi consolidati: nell’azione che ha portato al gol del numero 15 in maglia rossoverde, sia Marconi sia Lucioni sono apparsi spettatori lasciando a Casasola la possibilità di fare secco l’incolpevole Pigliacelli.

Eppure le avvisaglie c’erano state quattro minuti prima, quando Di Stefano aveva mandato il pallone a scheggiare il palo esterno alla sinistra del portiere in maglia rosa dopo aver saltato di netto ancora Lucioni che, in ogni caso, ha avuto il grosso merito di aver sbloccato il risultato al 31° del primo tempo con un bel colpo di testa su corner da sinistra.

Che abbia segnato un difensore e che il gol sia scaturito da una azione su palla inattiva, la dice lunga sulle capacità di costruire gioco del Palermo delle ultime partite.



Discorso a parte merita Brunori, che si è battuto come un leone, ha offerto al 12° un delizioso assist a Mancuso che ha tirato addosso al portiere avversario, ha colpito una traversa al 37° e nel finale con una prodigiosa girata ha mancato di poco il gol. Ma il numero 9 è apparso come al solito isolato e poco servito.

Tra gli undici mandati in campo da Corini, gli unici a meritare la sufficienza, oltre a Brunori, sono stati Pigliacelli, autore, e non solo, di una parata miracolosa, misto di intuito e di riflessi pronti, su tiro ravvicinato di Casasola al 40°, Lucioni, ma solo per il gol segnato, e Gomes, l’unico ad avere grinta e lucidità a centrocampo dove la lentezza di Stulac e l’imprecisione di Coulibaly hanno reso vano ogni tentativo di creare gioco.

Le sostituzioni, forse tardive, di Corini non hanno portato benefici evidenti. Dapprima gli innesti al 70° di Henderson, Segre e Buttaro al posto, rispettivamente, di Coulibaly, Stulac e Mateju, e poi all’80° di Valente in sostituzione di Di Mariano e, infine, all’85° di Aurelio al posto di Lund, hanno lasciato invariate la mancanza di idee e l’imprecisione riscontrate in campo fino ad allora. E non è servito neanche aver giocato gli ultimi venti minuti di partita in superiorità numerica, per l’espulsione al 70° di Corrado per doppia ammonizione, ad aver ragione di un avversario che, a dispetto dell’ultima posizione in classifica, divenuta
penultima per il punto conquistato ieri, è apparso vivo e con tanta voglia di fare con l’ex Falletti in gran spolvero.

A fine partita c’è stata di nuovo la contestazione dei tifosi rosanero presenti in buon numero a Terni. L’impressione, che la prossima gara al Barbera venerdì prossimo contro il Catanzaro, in classifica a pari punti con il Palermo distante ormai sei lunghezze dalla coppia di testa Venezia e Parma, possa essere decisiva per le sorti di Corini, si sta materializzando con
intensità crescente.